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mercoledì 29 maggio 2013

Full optional!

Ok, ragioniamo.
Devo avere un bambino e non equipaggiarmi per la prossima missione su Marte.
Lo dico perchè fra navicelle, ovetti, trio ed altri nomi strani credevo di dover prendere il brevetto da pilota per diventare mamma. Invece no. Trattasi soltanto di differenti modi per portare la creatura in giro. Ecco una rapida panoramica delle possibilità:

Il TRIO:

 
Ossia la carrozzina che diventa ovetto che diventa passeggino. Molto utile se abiti in pianura padana. Un po' meno se stai a Genova in mezzo a vicoli, ciotoli, salite e hai per di più 173 scalini per andare a casa.

Il PASSEGGINO 0-18:
 
 
 
Ossia il passeggino che ti evita la carrozzina in quanto va bene dalla nascita. C'è anche il modello a 3 ruote che carantisce un'ottima tenuta di strada (utile se abitate a Maranello).

Il MARSUPIO:

Ossia come trasformare tuo figlio in un salamino appeso per la stagionatura. Poco ergonomico (anche la faccina del bimbo conferma che non sia proprio il massimo della comodità!)

La FASCIA:

 
 
Morbida, rigida o ad anelli, la fascia rappresenta l'ultima tendenza alternativa al passeggino per portare il cucciolo. Super consigliata per chi ha tante scale, sembra anche piuttosto comoda per i bebè. Sembra un po' una camicia di forza per la mamma, ma ci si può fare un pensierino...
 
Il MEI-TAI:
 


 

 

Da portare davati o sulla schiena, il Mei -Tai è una specie di fascia semplificata, per chi teme che annodando la fascia si finisca quando il figlio è in partenza per il militare. Utile anche per soffocare la creatura in caso di necessità.
 
Il MANDUCA:
 
 
 
 
Pratica come un marsupio ma ergonomica come una fascia, è il "non plus ultra" del trasporto bambini senza rotelle. L'unica cosa che ha in comune con un passeggino è il prezzo!
 

 
A questo punto, disorientata dalla millemila possibilità, mi sono chiesta: ma le altre specie animali come faranno?? Vediamo qualche alternativa e prendiamo spunto!
 
 



 
 
Se avete consigli fatevi avanti!!!
 
 
 
 

giovedì 9 maggio 2013

Della serie: "Basta che sia sano"...

Premetto che sono stata sempre convinta di non voler sapere il sesso della creatura prima della nascita. L'ho sempre trovata una cosa innaturale, qualcosa che toglie un po' l'emozione della sorpresa al momento del parto.
Eppure ieri quando il ginecologo mi ha detto poggiandomi la sonda "Si vede benissimo il sesso!" e ho visto la curiosità negli occhi di mio marito, mi son detta "ma sì, dai..." e ce lo siamo fatti dire.

Maschio.

Guardo il ginecologo incredula, io ero convinta di aspettare una femminuccia. Ma non solo da quando sono rimasta incinta, da sempre, fin da bambina ho sempre pensato che un giorno sarei stata mamma di una femminuccia.
Alla notizia qualsiasi mamma avrebbe reagito con gioia, commozione ecc, io invece ho reagito con una specie di ghigno tipo paresi facciale, pensando a tutte le Barbie amorevolmente custodite per il giorno in cui avrei avuto una bimba, a tutte le scarpine carine viste in vetrina e, soprattutto, a come mi relazionerò con un maschio. Cioè, non mi spaventa il neonato-maschio, ma il figlio-maschio in generale. Nella mia esperienza fatta nelle scuole ho sempre visto i maschi come strani esseri che fanno i capricci, rompono le scatole, dagli 8 ai 20 anni pensano sono a:

1)Calcio
2)Play Station
3)Farsi le canne (o altro...)

Inoltre nella fase adolescenziale gli ormoni li fanno puzzare come capre sotto il sole di Ferragosto...

Non fraintendetemi, amo la creatura che ho in grembo e sono convinta che quando nascerà mi sembrerà l'unico figlio che io abbia mai desiderato, ma ora come ora mi sento strana.
Penso sia normale avere una "preferenza", no? Odio le mamme che dicono "non mi importa, basta che sia sano". Ma che ragionamento è??? E ovvio che basta che sia sano, è la cosa più importante.
Solo dico che poteva anche essere femmina (rigorosamente sana).

Povero cucciolo, in questo momento starà pensando "Mia madre è proprio una str...."
Se mi farà arrabbiare, non potrò certo biasimarlo...
(che questa reazione sia colpa degli ormoni?)