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lunedì 5 novembre 2012

Eravamo quattro amici al bar...

Buongiorno a tutti!
Non so se in questo blog ho mai parlato del mio quartetto d'archi...un quartetto formato da quattro donne e un uomo (un Santo!) col quale condividiamo gioie e dolori del lavoro insieme...
Beh, la scorsa settimana abbiamo partecipato ad un programma televisivo di un'emittente locale...ed ecco il risultato!!


Gli altri video li potete trovare nel mio canale http://www.youtube.com/playlist?list=PLTbMjLyt_r8D5VV1VkxZB40kQ8ieBi966&feature=view_all


mercoledì 31 ottobre 2012

Buon Halloween a tutti!!!





giovedì 13 settembre 2012

Dalle stalle alle stelle...almeno per una volta...



In questo momento mi trovo in un bellissimo hotel annesso ad un golf club, con tanto di centro benessere, cavalli, pavoni ed altre non ben identificate specie esotiche. La camera è splendida, azzurro pastello, con mobili in legno tinta crema, parquet e bagno con pavimento in cotto decorato a mosaico. Il tutto immerso nel silenzio più totale.

Questa è la ricompensa che io e la mia collega C. ci siamo conquistate dopo la dura giornata di ieri.
Ma facciamo un passo indietro...

Ieri mattina sveglia alle ore 5.30. Sommaria preparazione, bacio del buongiorno al marito (che a quell'ora si sarà sì e no accorto che me ne sono andata) e partenza con colleghe, alla volta di un minuscolo paesino della pianura padana.

Sei ore di prove massacranti...giusto per farci venire una voglia matta di andare in stanza, farci una doccia, mangiare qualcosa e, finalmente, recuperare qualche ora di sonno.

Arriviamo al Bed&Breakfast consigliatoci da una nostra collega, che probabilmente quando alloggiò lì in passato aveva assunto qualche sostanza allucinogena, in quanto il posto da lei descritto come "favoloso" si rivela non essere proprio tale...

Ad attenderci, una pittoresca fanciulla completamente ricoperta di tatuaggi che ci accompagna alle nostre stanze... Arrivate all'ingresso dell'area "ospiti" del B&B, la ragazza ci avverte gentilmente "Attente alla cacca del cane"...ed in effetti notiamo che il cane in questione, un minuscolo chiwawa, ha depositato i propri bisognini proprio lì, sul tappetino di fronte alle stanze. Bene.

Entrate in camera bramiamo ormai una doccia come mai in vita nostra, stanche del viaggio e delle ore di lavoro. Ed è lì che ci rendiamo conto che non funziona l'acqua calda. Bene.
Chiamiamo la ragazza che ci comunica che il boiler si è staccato, lo riattacca.
Poco male, intanto andiamo a fare un po' di spesa.
Al nostro ritorno l'acqua ancora non c'è, così decidiamo di andare a cena in un piccolo ristorante che, incredibilmente, si rivela essere una piacevole sorpresa (vista la giornata particolarmente fortunata ci aspettavamo come minimo di trovarlo chiuso).
Rigenerate dalla cena torniamo ottimiste in stanza. Il boiler non regge e salta in continuazione.
La ragazza prova a porre rimedio e ci garantisce che nel giro di 5 minuti avremo l'acqua. Questi 5 minuti si riveleranno essere circa 90, nei quali notiamo che:

1) Non ci sono gli asciugamani da doccia (in effetti inutili, visto che sembra impossibile farla...)
2) L'unico asciugamano presente oltre a quello per la faccia è quello da bidet...peccato che non ci sia il bidet!
3) C'è solo mezzo rotolo di carta igienica (faremo testa o croce per chi avrà diritto di espletare i propri bisogni)

Pensiamo di ingannare il tempo guardando un po' di tv. Non funziona.
Poco male, leggeremo un po'. Manca una luce da comodino.

Bene. Benissimo.

Mentre ci guardiamo attonite, ripensando alla folle cifra pagata per questa stanza, notiamo che da fuori proviene della musica e scopriamo con nostra grande gioia che il B&B è situato proprio sopra un pub gestito dalla stessa ragazza e frequentato dai circa 4 ubriaconi della zona, ai quali molto probabilmente della musica non frega nulla...

Per farla breve, dopo una notte a ritmo di musica dance, ci siamo riuscite a fare la famosa doccia la mattina seguente...per poi preparare i bagagli, caricarli in macchina e trasferirci qui.

Quando ce vo' ce vo'.

lunedì 10 settembre 2012

SOS Orchestra Teatro Regio di Parma!

Questo è un post serio.

L'Orchestra del Teatro Regio di Parma, con la quale ho avuto la fortuna di lavorare per tutta la scorsa stagione, sta attraversando un momento di grave difficoltà.
Dopo essere infatti stata estromessa per volontà del nuovo sindaco Pizzarotti, senza un apparente motivo logico, dal Festival Verdi, del quale è stata colonna portante per gli scorsi 12 anni, ora si trova ad affrontare un futuro alquanto incerto.

Circa 50 professori d'orchestra, compresa a sottoscritta, rimarrebbero senza lavoro da un giorno all'altro.

Qui sotto vi lascio il link della petizione volta a salvare l'orchestra, firmatela!! E' davvero molto importante!

http://firmiamo.it/l-orchestra-del-teatro-regio-di-parma-in-grave-pericolo


Qui sotto vi lascio anche il link alla pagina dell'orchestra...tanto per darvi un'idea della belle cose fatte in tutti questi anni...

http://www.orchestrateatroregioparma.it/

Confido nell'aiuto di tutti coloro che passeranno per questo blog...

venerdì 31 agosto 2012

Facciamo il punto?

Ok, lo ammetto, sono una vergona...
Non scrivo da un paio di mesi e le novità sono tante...

No, non lavorative, non sia mai...però posso dire che fra le mie ultime follie posso annoverare con orgoglio:

1) Un viaggio in Vespa da Genova a Montreux solo per vedere la statua di Freddie Mercury
2) L'apertura di un canale su youtube dall'ambizioso titolo di "Inchiostro e vinile", nel quale palare di libri e musica...mettendo in mostra pure la mia imbarazzata faccina!

Ecco il link:

http://www.youtube.com/user/PaolaCelloDrum?feature=mhee

Detto ciò, se mi chiedete cos'ho fatto quest'estate posso dire LAVORATO...il che dovrebbe essere un bene, se non fosse che ho speso un sacco  per mantenermi fuori casa e chissà quando mai incasserò il dovuto...ma lasciamo perdere...

Ora mi trovo a Parma per registrare due dischi e posso dirvi solo che, dopo due notti in ostello che mi hanno fatto sentire veramente giovane dentro, ora mi trovo in hotel, organizzata con computer, viveri ed un graziosissimo piattino di Minnie a forma di cuoricino acquistato per le mie cenette in camera...
Non so perchè, ma il digitale prende male e non si vede Real Time, il che per me è vitale, ma fa lo stesso...

Comunque, la prossima settimana approfitterò biecamente della gentilezza di una collega che, mossa a compassione, si è offerta di ospitarmi...in cambio farò fare i compiti di matematica al suo bimbo, tipo ragazza alla pari...

Comunque, domani comincerà settembre, mese che dai tempi della scuola nel mio immaginario significa un nuovo inizio di anno lavorativo, nel quale io puntualmente faccio buoni propositi che poi puntualmente non mantengo, tipo:

1) Dare finalmente un senso alla mia vita lavorativa
2) Tenere sempre aggiornato il blog
3) Avere nuove brillanti idee
4) Mettermi a dieta
5) Fare sport

Mhmm, vabbè...


mercoledì 20 giugno 2012

Notte prima degli esami...



Due giorni fa ho ricevuto una telefonata, sulle prime piuttosto inquietante...

"Pronto? Parlo con la Professoressa Siragna?"
"Sì..."
"E' impegnata con gli esami di terza media?"

?

Rimango interdetta. Ho una diploma ed un biennio specialistico al Conservatorio, nonchè una pregevole (quanto inutile) laurea in Musicologia...qualcuno osa mettere in dubbio che io abbia conseguito la licenza media??

Poi mi viene in mente che, fra le mille cose che ho fatto nella vita, sono pure inserita nelle graduatorie delle scuole medie per l'insegnamento di Educazione Musicale. Ho anche fatto una supplenza una volta (esperienza di due giorni, incredibilmente frustrante). La proposta è quella di una sostituzione "last minute" di un'insegnate per gli esami orali.

"Dovrebbe solo tenersi libera domani dalle 7 del mattino, se abbiamo bisogno la chiamiamo".

"Bene".

Io dico sempre "Bene" a qualsiasi proposta di lavoro. Non ci siamo.

Una volta messo giù il telefono, i dubbi mi assalgono...

-E se non sono in grado?
-E se mi chiedono di fare qualche domanda?
-E se portano un argomento a scelta che io non conosco?
-E se mi tocca sorbirmi decine di 13enni che suonano il flauto e devo far finta di apprezzare?

e soprattutto: COME MI VESTO????


Circa i dubbi di carattere culturale è comunque tardi per ripassare tutta la storia della musica.
Per il resto apro sgomenta la cabina armadio ed osservo i miei acquisti degli ultimi anni.
Ne escono:

-innumerevoli paia di pantaloni modello sultano con fantasie arabeggianti, più adatte ad un centro sociale che a un esame di licenza media
-kefie di varie fogge, provenienti da vari paesi del medioriente, e un chador portatomi da Gaza (che va bene l'integrazione, ma non esageriamo...)
-jeans strappati (comunque con 30 gradi i jeans potrebbero uccidermi)
-una vasta collezione di top troppo scollati
-vestiti da cerimonia
-abiti da concerto (e presentarmi con strascico, tacco 12 e top luccicante mi pare eccessivo)
-abiti Desigual, decisamente troppo eccentrici
-magliette equosolidali con frasi di M. L. King e simili (Peace&Love ecc...)

Mi guardo nell'anta a specchio disperata e constato che, a completare la mia immagine poco professionale, dai capelli spunta la treccina colorata che ho fatto al Che Festival di Music for Peace, mentre dei rapper di non so dove urlavano a squarciagola.

Niente che mi faccia pensare ad una Prof.

Voglio dire, da quel che ricordo le Prof. agli  esami sfoggiano sempre improbabili vestiti a pois o a fiori, che dovrebbero dare un'aria sgarzulina-preestiva e che in realtà risultano un po' patetici... Il tutto corredato dall'immancabile foulard buttato con nonchalance intorno al collo.

Che fare?

Vado a dormire con un'ansia pre-esame che manco dovessi rifare la maturità.

La mattina dopo mi sveglio bella carica e decido che fra morire di caldo e sembrare una fricchettona alla festa di Rifondazione, forse è meglio il caldo.
Mi infilo un paio di jeans (gli unici non strappati), una maglietta lunga un po' premaman molto sobria che decido di abbinare con dei sabot e attendo la chiamata.
Che arriva intorno alle 7,30.

"Ci dispiace, la Prof. è guarita. Non serve più".

Doh.

lunedì 4 giugno 2012

Ops...

Sono tornata da Bilbao da una settimana circa e non ho ancora pubblicato il resoconto fotografico dell'avventura...
Ora, potrei dirvi che non l'ho fatto perchè sono stata impegnata e bla bla... (ed in parte ciò sarebbe anche vero).

Il tragico motivo per cui in realtà non l'ho ancora fatto è che...come dire...non trovo più il cavetto della macchina fotografica!
Incredibile ma vero...
Sarà forse colpa del fatto che sono "diversamente ordinata"?

Comunque, tanto per non rendere vano questo post ne approfitto per comunicare che fino al 10 giugno l'associazione umanitaria di cui sono volontaria "Music for Peace" sarà impegnata nel "Che Festival", 10 giorni di musica spettacoli, mercatino multietnico e stand gastronomici, allo scopo di raccogliere generi di prima necessità per la prossima missione nella Striscia di Gaza.

Accorrete numerosi!!!!!

Ecco il link!

http://www.creatividellanottemusicforpeace.org/index.php

ps: questa settimana è prevista una trasfertona di 3 giorni in Croazia...chissà che non ritrovi il cavetto prima di partire!!!

mercoledì 16 maggio 2012

Lucy in the Skype with diamonds...

Così avrebbe cantato John Lennon se ieri sera fosse passato nella hall dell'Hotel Barcelo Nervion di Bilbao.
Un ventina di persone imbambolate davanti ad altrettanti schermi, intente a parlare apparentemente nel vuoto, ridere, scherzare, mandare baci a fare linguacce allo schermo del proprio portatile.
Se John Lennon fosse capitato qui per caso ci avrebbe creduti sotto l'effetto di allucinogeno...

Sono nel mondo di Skype da soli 4 giorni e già ne sono vittima.

Prima avevo una vita e contatti umani. Ora ho un account e tanti tag.

Comunque, premetto che fino a qualche mese fa non ero neanche su Facebook e che sono sprovvista di IPhone, IPod, IPad e tutto ciò che comincia per IQualcosa. Ho un telefono con pannello solare da 40 euro, ascolto ancora i vinili e scrivo il classico "diario".
Come usare Skype me lo ha spiegato una mia zia ultraottantenne, che lo utilizza abitualmente.

Tutto questo lo dico per due motivi: intanto perchè fa figo da morire dire di essere antitecnologica e poi per spiegare il perchè di questo mio imbarazzo nell'utilizzo di Skype.

Intendiamoci, è davvero comodo. Sulla carta tu puoi chiamare gratuitamente chi vuoi e pure vederlo (il che non è sempre un bene...)
Geniale.
Già, peccato che se la connessione non è delle migliori le cose non sono così rapide.
Guardi il riquadro su cui scorrono i minuti e pensi "cavolo, ho parlato gratis per mezz'ora!". Poi però ti rendi conto che di questa mezz'ora hai passato circa 20 minuti a dire "Eh? Cosa? Non ti sento! Pronto? Mi vedi? Ti vedo male, ti vedo bene ecc..." e nei restanti 10 hai espresso sì e no 2 concetti parlando molto lentamente per cercare di farti capire. Con un sms probabilmente saresti in grado di fare almeno un discorso di senso compiuto dall'inizio alla fine.

Geniale.

Comunque, la videochiamata aiuta a sentire un po' meno la mancanza di casa. Anche se a dire il vero mio marito appare a quadretti e persino la mia tartaruga sembra un gigantesco pixel.

Oggi tenterò la connessione coi miei...speriamo bene...

lunedì 14 maggio 2012

Bilbao meravigliao!

E' l'una di notte e sono nella hall di un albergo di Bilbao.
Il fatto che io sia qui a scrivere lo vivo come un grande successo personale in quanto è il risultato di una forsennata ricerca di un ataddatore per la spina del pc, per cui, dopo due giorni di imprecazioni, riesco a finalmente a connettermi.
Peccato che internet sia libero soltanto nella hall, per cui in questo momento qui sembra di essere in un call center, con tutti i colleghi armati di portatile, videocamera e cuffie. Il che non è male, visto che a causa della crisi è molto probabile che finiremo tutti  a lavorare all' 892424, almeno facciamo pratica.

Siamo qui da due giorni, partiti sabato...in pullman. Giuro.

Il viaggio si preannunciava difficile ed in effetti nei circa 1400 Km che separavano Parma dalla ridente località basca c'è stato di tutto, chi dormiva, chi si lamentava, chi invocava la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo... E naturalmente l'immancabile domanda-tormentone: "Quanto manca??".
Io, tanto per non rischiare di annoiarmi, mi sono portata da leggere:

"Il signore degli anelli" (diviso in tre volumi)
"Lo hobbit" (tanto per restare in tema)
"8 anni e 21 giorni" di Simona Torretta (tanto per darmi un tono da donna impegnata nel sociale)

Avrò letto sì e no due pagine, in effetti nelle quasi 20 ore di viaggio siamo stati troppo impegnati a recriminare per riuscire a fare altro. La proiezione de "L'ultimo samurai" poi ha dato la mazzata finale (però Tom Cruise è sempre un bel vedere...)

Quando siamo arrivati all'hotel, alle 2 di notte circa, ci hanno praticamente dovuto estrarre a forza dai sedili, visto che la nostra fisicità somigliava piuttosto a quei pezzi del Tetris fatti a scaletta. Io sono riuscita a stendere le gambe, fra atroci dolori, solo la mattina seguente.

Comunque, ora siamo qui, impegnati nella produzione di Nabucco.
Il clima è quello di una gita scolastica, ma senza gioco della bottiglia. Scommetto che prima o poi scatterà pure il pigiama party...
Intanto la prima serata libera l'abbiamo passata a cena in un ristorante giappo-cinese, che rimarrà a lungo nei nostri pensieri, più o meno il tempo che ci metteremo per digerire tutta la roba unta e bisunta che ci siamo ingurgitati.

Per l'occasione vorrei annunciare che mi sono fortemente tecnologicizzata, con tanto di web cam per parlare su Skype. Solo che non so perchè ma la faccia di mio marito appare tutta pixelosa e sento una sillaba su dieci, ma è il pensiero che conta.

Bene, ora che ho fatto il punto della situazione, sarà meglio che vada a dormire.
Prometto aggiornamenti nei prossimi giorni...

Besitos!

mercoledì 28 marzo 2012

Tiriamo le somme...

Come fanno ad entrare in una macchina un arpa, un violoncello, un'arpista e una violoncellista?

Sembra una barzelletta, ma non lo è...
E la risposta è semplice: spingendo.

Questo è stato il mio viaggio di ritorno ieri, dopo l'ennesima replica di Aida a Modena.

Partenza da Genova: ore 16
Arrivo a Modena: ore 18,30

Aperitivo.

Ora di inizio opera: ore 20,30
Ora chiusura della "fatal pietra" e conseguente morte di Radames+Aida: ore 24

Ora di arrivo a casa: ore 4. Con marito che si sveglia di soprassalto praticamente in stato confusionale.

Numero caffè ingurgitati nella giornata: 6
Sonno: abbondante
Guadagno, tolte le spese di viaggio (e dei numerosi caffè): non pervenuto.

Bene.

mercoledì 14 marzo 2012

A volte ritornano...

Quando dico che un musicista non sa cosa farà il giorno dopo, talvolta sono ottimista.
Ieri mattina sono partita alle 7 da Genova con violoncello, 2 valigie, passaporto abito da sera ecc pensando di non tornare a casa per 5 giorni per concerto in terra straniera. Adii strazianti col marito e il mio tartarugone adorato.

Mi son fatta 3 ore di viaggio e 6 ore di prove... e a mezzanotte ero di nuovo a casa.

Cantante ammalata. Concerto rinviato a data da destinarsi.

Doh.

venerdì 9 marzo 2012

A cosa pensa un musicista...

...mentre si esibisce in concerto?

Ve lo siete mai chiesto? Naturalmente mi rivolgo a chi musicista non è...

Dunque, è ovvio che tutto dipende da che concerto è. Se ci si sta esibendo come solisti davanti ad una platea gremita molto probabilmente non si ha neanche il tempo di pensare, ogni minima distrazione potrebbe essere fatale.
No, io mi riferisco a cosa si pensa alla settima, ottava replica di un'opera, quando ormai le mani dovrebbero andare da sole, gli occhi non fanno altro che seguire il direttore e, soprattutto, si è ormai impermeabili alla bellezza di ciò che si sta suonando. Se alla prima di Traviata, nel finale gli occhi si velavano di lacrime, tanto da rendere impossibile la lettura dello spartito, verso la settima replica il livello di commozione è più o meno pari a quando ho suonato "Le tagliatelle di nonna Pina" a Sanremo 2010.

Ecco dunque quali sono i 10 pensieri più comuni che attraversano le menti degli orchestrali durante un'interminabile opera, la sera della prima e all'ennesima replica, più o meno in ordine di apparizione...


Alla prima:

1) Bene, si comincia!
2) Wow, che eleganza! La signora nel palco di destra pare la regina Elisabetta...
3) Che emozione...si sente già la tensione fin dalle prime note dell'Ouverture!
4) Nell'intervallo voglio ripassare qualche punto critico, non voglio farmi cogliere impreparata...
5) In momenti come questo mi sento particolarmente fortunata, quale lavoro è più bello del mio?
6) Siamo già al terzo atto, uff...
7) Ho fatto bene a prendere un aperitivo analcolico, non vorrei perdermi neanche un secondo di queste impagabili emozioni
8) Peccato ci siano solo 12 repliche, andrei avanti con quest'opera per mesi...
9) Domani guardo se su Youtube c'è qualche filmato, per sentire se è venuta bene
10) Ecco, sta morendo...che momento toccante...nonpiangerenonpiangere...

All'ottava replica:

1) Speriamo che stasera non ci siano applausi a scena aperta, così guadagnamo qualche minuto
2) In che tonalità inizia più? (rapida occhiata alle alterazioni in chiave)
3) Chissà il bonifico del concerto del mese scorso quando arriverà...
4) Speriamo che all'intervallo non ci sia coda alla macchinetta del caffè, ieri era pieno di comparse...
5) In questo momento vorrei essere in una spiaggia delle Canarie, o in un qualunque altro posto, pur di non    sentire questo soprano starnazzante...ma questo è il secondo cast?
6) Ho un leggero giramento di testa...mi sa che il Negroni prima della recita non è stata una buona idea...
7) Ma a che atto siamo più? Ah già, al terzo... Ancora al terzo??
8) Queste scarpe mi fanno un male boia, mai più la punta così stretta...
9) L'avrò spento il fuoco sotto il minestrone prima di uscire??
10) Ma quanto ci mette questa a morire????


ps. se volete vedere un video in proposito, vi rimando a questo esilarante pezzo di Bollani...

http://www.youtube.com/watch?v=FgoE1xWSr9g

martedì 28 febbraio 2012

Casa dolce casa...?

Due giorni fa ho smantellato la casa parmigiana per trascorrere due belle settimane nella mia casetta.


Carico macchina composto da:

-violoncello
-bicicletta
-un valigione
-più e più paia di scarpe
-zaino computer
-abiti da concerto
-una borsa piena...di borse!

Ora, avendo appena acquistato un Doblò il viaggio non ha creato problemi.
Il bello è stato l'arrivo a casa in quanto:

1) non c'è mai parcheggio (una volta ho girato per un'ora e mezza piangendo sul volante alle 3 di notte)
2) abbiamo la bellezza di 173 scalini per arrivare a casa (rampa+4 piani), naturalmente senza ascensore

In pratica provate a pensare all'appartamento più scomodo in cui siate mai stati, quello che quando siete arrivati in cima vi ha fatto vedere (e in qualche caso anche invocare) tutti i Santi del calendario. L'avete fatto? Ecco, ora considerate che il palazzo si trova pure in una strada in salita,  moltiplicate la sofferenza per due, e aggiungeteci pure 10 kili di violoncello in spalla, una valigia con la roba di due mesi e una bicicletta. Ah, dimenticavo, aggiungeteci pure che avete appena suonato a Reggio Emilia e sono le undici e mezza passate...Ecco, questa è casa mia.

Bene. Quando si dice "casa dolce casa"...

In fondo, però, ci si sposa apposta per dividere gioie e dolori con la dolce metà. Il marito quindi mi scarica con parte del bagaglio, per poi andare a cercare parcheggio...
Arrivata davanti alla porta, ansimante e con la mente già impostata sulla modalità "doccia-pigiamino-tisana-nanna", mi accorgo di non avere le chiavi. Attendo Simone per quasi mezz'ora seduta sui gradini.

Quand'ecco che sento il rumore del portone, seguito da rantoli tipo enfisema. Dev'essere lui!

Mi precipito giù ad aiutarlo e lo trovo accasciato contro il muro con la valigia e la bicicletta, che si è trascinato su per la salita in una modalità che ancora oggi mi è oscura.

Altri 4 piani di scale e siamo in casa. Siamo in casa!
L'euforia dura, però, il tempo necessario a rendermi conto di aver dimenticato una cosa in macchina...doh.

Ora, gli amici quando ci vengono a trovare per la prima volta (raramente tornano una seconda) la prima cosa che chiedono è "Come farai quando avrai un bambino?". Un bambino??? Abituata a tonnellate di roba, violoncello in spalla ed altre amenità, un eventuale bambino sarebbe il meno.

Tutto sommato un bambino è meglio di un violoncello, in quanto:

-il bambino prima o poi imparerà a camminare (c'ho provato anche col violoncello ma con scarsi risultati)
-il bambino si può lasciare in macchina, il violoncello te lo rubano
-il bambino non devi portarlo al lavoro
-il bambino, una volta cresciuto, può dare una mano

Naturalmente tutto questo vale se il bambino in questione non decide di suonare il violoncello...

...comunque mi è andata persino bene, pensate se suonassi l'arpa...

giovedì 23 febbraio 2012

Benedetta musica...

Come ogni anno in questo periodo sul portone di casa compare un minaccioso cartello in cui si annuncia l'imminente benedizione delle case...
Per noi è avvenuta due giorni fa...
Come ogni anno mi sono affannata a cercare di sistemare la casa, soprattutto per il fatto che, lo confesso, da un anno e mezzo viviamo nel nostro quartiere e ancora non abbiamo messo piede nella nostra parrocchia...
Lo so, è inaccettabile per una coppia che si è sposata con rito religioso.

Comunque, il sacerdote non arriva ed io penso "siamo salvi". Invece il campanello suona a tradimento alle 8 di sera, marito appena arrivato a casa, stendino per il bucato in giro ed altre svariate cose in disordine.
Vabbè. Il parroco entra, si presenta e recita a velocità supersonica tutta la benedizione, più il Padre Nostro, che noi riportiamo a galla dagli abissi della memoria in cui era sepolto...

Dopodichè con un minaccioso sorriso chiede "Posso sedermi?". Come no.

Sa chi siamo, cosa facciamo, quando ci siamo sposati e che non abbiamo mai messo piede in parrocchia. Praticamente l' FBI. Non abbiamo scampo.
Quando oramai pensiamo di essere stati bollati come infedeli, ecco la domanda in cui speravo: "Avete un passato di vita in parrocchia?". Non vedevo l'ora. Come quando a scuola all'interrogazione ti chiedevano esattamente l'unica cosa che avevi studiato. Davanti agli occhi attoniti di mio marito, mi vanto de miei anni in ACR, generazioni di bambini e ragazzi cresciuti sono le mie grinfie, prima che la vita ed il cinismo mi travolgessero e mi allontanassero dalla fede praticata.
Comunque la mia narrazione deve aver fatto effetto, in quanto sul viso del sacerdote compare un sorriso illuminato. Alla stessa domanda mio marito non risponde, ma si esibisce in un vasto repertorio di "ehm...io...ss..no...".

1-0 per me

Seconda domanda: "Che lavoro fate?". Qui mio marito appare più sicuro di sè, è lui che fa un lavoro "serio", che ha un contratto a tempo indeterminato e che  fornisce solide basi al nostro nucleo famigliare. Eppure il parroco sembra poco interessato. Quando arriva il mio turno, dichiaro con malcelata timidezza, e col timore di non essere capita, che io per guadagnarmi la pagnotta suono il violoncello in giro per orchestre più o meno stabili. Ed ecco che nuovamente il prelato si illumina: "Anch'io ho studiato violino al Conservatorio!" e mi racconta di tutto il suo percorso musicale e di quanto sia difficile per un musicista ascoltare i fedeli che cantano stonati durante la messa e bla bla...
Respiro di sollievo. Mio marito alza gli occhi al cielo.

2-0 per me

Nonostate non sia proprio una fedele praticante, ho passato l'esame per il rotto della cuffia.

Sfortunatamente il matrimonio è come un doppio a tennis, si gioca in coppia.

Penitenza: veniamo caldamente invitati a partecipare al gruppo coppie in parrocchia, una volta al mese.
Accettiamo. In fondo, dato il mio lavoro, ci sono buone possibilità che io, proprio quella volta al mese, non possa.

martedì 21 febbraio 2012

Aperitivi e ricordi

Ieri, dopo la mia lunga assenza da Genova, mi sono rivista con le amiche per un aperitivo nel bar davanti al Conservatorio...
Si parla, si commentano le ultime news...per un 'oretta ci si dimentica di lavoro, famiglia, figli (per chi ce l'ha) e marito e si torna ad essere semplici ragazze che prendono un aperitivo...il che fa molto Sex & the City, anche se la città in questione non è proprio New York...

Quand'ecco che il gestore del bar parlando con noi del più e del meno pronuncia una frase che mi lascia senza fiato: "Tu più o meno saranno 20 anni che vieni in questo bar, no?".

Al che io ribatto senza pensarci troppo su "Ma no dai, non esageriamo, ma che 20 anni, saranno a dir tanto..."

...la mia mente cerca di andare a ritroso, pensa, calcola, si aggrappa a brandelli di date e ricordi vari...

Dunque, vediamo, sono entrata in Conservatorio nel 1993...ops, sono 19 anni!
19 anni da quando ho varcato il cancello della scuola dove ho imparato il mio mestiere, 19 anni di focaccia in pausa pranzo, fra la lezione di solfeggio e la prova d'orchestra...19 anni di amicizie  e confidenze... Ma come è potuto accadere, senza che io me ne accorgessi??

Un brivido mi corre lungo la schiena...all'improvviso ricordo che questo per me è il fatidico anno in cui si cambia la decina e l'idea non mi piace affatto.

Butto giù un altro sorso di spritz e cambio argomento.

lunedì 20 febbraio 2012

Carlo (in)Felice...

Questa è una di quelle notizie che ti lasciano, come dire...basita...
Si vocifera che Giovanni Allevi, sopravvalutatissimo pianista pseudo-commercial-jazz, scriverà un concerto per violino e orchestra e che questo (udite udite) diventerà pezzo d'obbligo al Premio Paganini!

Cosa non si fa per racimolare denaro...

Nel caso la cosa si tramutasse in realtà, non ci sarà consolazione che potrà "allevi-are" le critiche e le risate che il Teatro di Genova susciterà nel panorama musicale italiano...



http://www.ilgiornale.it/genova/mancano_soldi_premio_paganini_ma_non_celebrare_giovanni_allevi/18-02-2012/articolo-id=572886-page=0-comments=1

venerdì 17 febbraio 2012

On Facebook!

Come può essere che nel giro di pochi mesi io sia passata dall'odiare Facebook all'avere addirittura 2 pagine???

Non lo so, ma per i miei fedeli lettori posso solo dire che da oggi avrò una pagina correlata al blog!
Lì posterò ogni aggiornamento...

http://www.facebook.com/pages/Musicisti-disperati/300327293362608

Buona lettura!

giovedì 16 febbraio 2012

Tempo libero

Sono nella settimana di pausa da Parma...
Il che significa che, a dispetto di neve, freddo e batteria della macchina completamente andata, sono riuscita a tornare a casa (con un ringraziamento al vicino di casa parmigiano che ho simpaticamente tirato giù dal letto alle 7,30 di domenica mattina per collegare la mia batteria alla sua...)

Fino all'ultimo non sapevo se sarei partita in macchina o in treno, per cui ho dovuto optare per un bagaglio essenziale e lasciare a Parma la bicicletta (che, detto per inciso, mi è stata utile tanto quanto l'attrezzatura da corsa...)

Curioso che nonostante il bagaglio risicato non abbia potuto rinunciare alle mitiche scarpine nuove che ho già messo ripetute volte (e già rovinato sulle scale di casa...). Ah, ho anche portato con me il violoncello, non tanto perchè avessi intenzione di studiare (o meglio,l'intenzione l'avrei anche avuta, ma se è per questo è da anni che ho pure l'intenzione di mettermi a dieta, invece...), ma perchè ormai è un pezzo di me, lasciarlo a Parma sarebbe stato come lasciare lì un arto, no vabbè, diciamo un pezzo di arto (che so, il migliolo sinistro)...

Comunque il punto è: cosa fa una musicista a riposo?
Dopo aver tolto gli addobbi natalizi (era ora!), ripulito la casa da cima a fondo e fatto la spesa (lasciare la casa in mano ad un uomo, benchè ordinato, significa tornare e trovare la polvere a metà gamba e l'eco nel frigo), mi sono ritrovata sola con me stessa ed le mie riflessioni esistenziali, con le quali vi tedierò ben bene a breve.
Per cui mi sono concessa ripetute passeggiate nei vicoli di Genova, porto antico, mare e tanto sole (che nelle ultime settimane avevo quasi dimenticato), finchè oggi ho fatto quanto di più poetico una musicista possa fare: dipingere!

Detto così sembra che io una volta riposto il violoncello mi diletti nell'esprimere me stessa con colori e pennelli, e proietti sulla tela sensazioni e stati d'animo difficilmente descrivibili a parole.

Invece ho dipinto mensole. Sì, avete capito bene. Dovete sapere infatti che, a dispetto della mia totale mancanza di manualità, mi diletto in lavori di "fai da te", che nel mio caso diventa spesso "fallo tu", quando il lavoro inizia a non venire e mio marito si vede costretto a terminarlo al mio posto...

Comunque, ho messo su 2 cd di fila dei Pearl Jam, che non sentivo da parecchio tempo, e mi sono messa a spennellare di bianco ripiani e staffe, con mano sicura e decisa, che quasi sembravo la tipa di "Paint your life" su Real Time.
Avevo dimenticato quanto potesse essere rilassante e stordente l'odore della vernice fresca...e quanto potesse essere più diretto e conciso il linguaggio della musica rock rispetto all'opera. Insomma, il dolore ed il disagio esistenziale vengono fuori meglio in tre minuti di "Jeremy" che in 3 ore e mezza di Aida. Ma questa è un'altra storia.

Comunque, mensole quasi finite. Ora non resta che attendere l'asciugatura, operazione che a Paint your life avviene in 15 minuti, mentre a casa mia ci vogliono minimo 3 giorni...più altri 7 per togliere l'odore da casa.

Per il futuro sarà meglio che impari a fare l'uncinetto.

mercoledì 15 febbraio 2012

No comment...

Quasi ogni giorno mi imbatto in amici che mi fanno complimenti per il blog, persone (anche non musiciste) che spendono più o meno regolarmente qualche minuto del proprio tempo per leggere i miei pensieri, le mie esperienze e qualsiasi cosa io decida di condividere nel cyber-spazio...
Ebbene, tutto questo mi fa immensamente piacere e significa che il tempo passato al computer cercando di riordinare le idee e metterle in un italiano più o meno decente, cercando anche di strappare qualche sorriso, non è tempo perso...

Quindi nel ringraziare chiunque di voi abbia letto anche un solo post del mio blog, approfitto per fare un accorato appello:

se passate in questo spazio, please, lasciate un commento! E' l'unico modo che ho per sapere che siete passati di qui e capire come sta funzionando il blog!

Un blog, come un qualsiasi spazio virtuale, vive della condivisione di contenuti, scambi di idee e di esperienze, altrimenti rimane qualcosa di statico fine a se stesso.
Per questo è importante ogni singolo vostro commento!

Buona lettura!

venerdì 10 febbraio 2012

Shoes & the City

Lo ammetto, l’ho fatto. Non so cosa mi abbia spinto a cedere, era da un po’ di mesi che ci pensavo, fantasticavo su come sarebbe stato,  insieme ai concerti o anche nel tempo libero, in giro per le strade del centro, vestita elegante o in jeans ed oggi non ho saputo resistere. Sarà stata la lontananza da casa, un momento di solitudine, un tentativo di compensare qualche carenza affettiva delle ultime settimane…
Dopo mesi di goffi tentativi di superare la cosa, oggi l’ho rivisto, così affascinante ed irresistibile nella sua semplicità, ed è stato mio: il paio di scarpe al quale penso incessantemente da ottobre!
L’avevo puntato già in occasione della mia permanenza a Parma per il Festival Verdi…avevo deciso di essere forte e dimenticarlo… Ma di fronte ai saldi, con uno sconto super, come facevo a dire di no?
Premetto che ero uscita in cerca di un paio di pantaloni da concerto visti ieri sera ad una mia collega, la quale mi ha detto di averli presi in un noto negozio solo poco tempo fa. Non li ho trovati. Ora, vorrei aprire una parentesi circa il fatto che io da mesi e mesi cerco abiti da concerto, gonne lunghe e pantaloni eleganti per rinnovare un po’ il mio guardaroba “da lavoro” e non trovo nulla, mentre ogni volta che vedo qualcosa di bello indosso alle mie colleghe mi dicono di averlo preso nel negozio all’angolo (dove io sono già stata innumerevoli volte), di solito pochi giorni prima e di averlo pagato pochissimo. Io non ricordo esattamente quando è stata l’ultima volta che ho visto in giro un abito da concerto decente e in ogni caso li trovo sempre a prezzi astronomici!
Comunque, affranta dalla delusione mi sono diretta verso il negozio incriminato, solo per vedere se “loro” c’erano ancora. Ed ecco che dal vetro fanno capolino, ma nella versione marroncina. Il prezzo è meno che dimezzato rispetto alla prima volta che le ho viste… Entro, pensando “Tanto nere sono finite” oppure “Tanto non avranno il numero”, invece l’unico paio nero rimasto è proprio il mio numero, quindi era proprio un segno del destino!
Appena uscita dal negozio col sacchetto contenente l’oggetto del mio desiderio, mentre già con la mente penso a dove sistemarle nel guardaroba (magari fra le open-toe viola e i sandali di strass) e abbino gonne, calze, top e giacche, manco dovessi metterle d’ora in avanti in tutte le stagioni (perché ovviamente al momento mi sembra che, magicamente, stiano bene con tutto) ecco che un pensiero mi assale: come confessare il misfatto al marito?
A questo proposito va detto che le lamentele di mio marito in merito alle scarpe sono, in parte, giustificabili. Dovete infatti sapere che la mia passione per le calzature rasenta l’ossessione, al punto che in casa ho una piccola, microscopica stanzina solo per scarpe e borse, inutilmente curata nei minimi particolari (pareti da me stessa dipinte di lilla, mensoline bianche, faretti puntati strategicamente ed, ovviamente, un grosso specchio). Il che per una disordinata cronica come me è piuttosto preoccupante. Se un giorno dovessi mai impazzire e compiere una strage sono certa che i giornalisti verrebbero ad immortalare il mio guardaroba con tutte le mie belle scarpette colorate messe ordinatamente in fila e lo prenderebbero come un chiaro segno di schizofrenia.

Detto ciò, ci sono diverse soluzioni per affrontare un’emergenza come questa:

1)    Confessare subito, preferibilmente tramite sms, buttandola sullo spiritoso, magari inserendo la confessione all’interno di un discorso più complesso
2)    Aspettare che sia lui a chiamarti e, a seconda del suo umore, piazzare la notizia con nonchalance, sperando che lui non senta
3)    Aspettare che sia giorno di campionato e confessare mentre lui sta guardando la partita
4)    Non confessare, confidando nel fatto che, non avendo alcuno spirito d’osservazione, c’è il 90% di possibilità che non se ne accorga!

lunedì 6 febbraio 2012

Scripta manent…

Avendo scelto una professione non proprio “sicura”, ho sempre creduto che per il musicista fosse sempre meglio avere un “Piano B”.

Ora, alcuni illustri colleghi hanno pensato che, essendo già il Piano A qualcosa di incerto  ed utopistico, il Piano B dovesse avere ben altra consistenza ed esplorare realtà più tangibili, perciò nella scelta universitaria (per chi si è laureato) si sono orientati su facoltà tipo Ingegneria, Medicina, Giurisprudenza…
Io no. Coerente fino in fondo ai miei sani principi autolesionisti, ho scelto Musicologia. Sì, avete capito bene: Musicologia.  Della serie: non sia mai che un giorno o l’altro mi tocchi davvero lavorare!
La maggior parte delle persone di fronte a questa notizia mi guardano con un’espressione che è un miscuglio di compassione e derisione, del tipo “Si vede che non hai proprio bisogno di lavorare”, manco fossi figlia di Donald Trump. Invece la mia è stata una scelta ispirata, quasi un azzardo, come se alla roulette avessi puntato tutto sul 9 rosso. Troppo facile percorrere due strade parallele e alla fine risultare mediocre in entrambe, meglio il rischio. O la va o la spacca.
A questo punto della mia carriera, non so se sia stata una scelta proprio azzeccata, ma non me ne pento, per un solo semplice motivo: che altro avrei potuto fare? Voglio dire, odio gli avvocati, alla vista di una goccia di sangue svengo e i numeri non sono proprio la mia passione (e smettiamola con questa storia che la musica e la matematica sono affini!). Penso che se avessi scelto una facoltà “seria” a quest’ora sarei ancora al primo esame…

Per cui eccomi qui.

Non è detto però che per una laurea come la mia non ci siano mestieri correlati. Infatti ho lavorato per due anni in una fonoteca (parola che genera la stessa espressione compassionevole sopra citata), ossia una specie di biblioteca in cui vengono custoditi materiali musicali. Quando lo spiego uso spesso termini forbiti e mi fingo custode di rarissimi documenti che solo esperti del settore saprebbero decifrare. In realtà ho recentemente conosciuto una ragazza che fa più o meno lo stesso lavoro e non sa leggere una nota. Ma ai miei interlocutori non è necessario che lo dica, no? Comunque lo so, non è che il mondo necessiti urgentemente di fonoteche e musicologi, ma, voglio dire, conosco un ragazzo che vive studiando insetti e credo che la sua utilità per il progresso del genere umano sia pari alla mia quando estraggo un disco in vinile e ne trascrivo i dati su un catalogo che, probabilmente, mai nessuno consulterà…

Tuttavia recentemente ho scoperto che esiste un altro lavoro per cui è addirittura indispensabile la mia laurea. Con la recente istituzione dei licei musicali servono infatti insegnanti di Storia della Musica.
Ho fatto la domanda, sono entrata in graduatoria. Terza per la precisione. Il primo ha rifiutato, i secondo no. Cosa avevano i primi due più di me? Libri.
Un amico e collega mi ha detto che per acquisire punteggio in queste graduatorie servono pubblicazioni di libri ad argomento musicale. Io all’attivo non ho altro che un libro sui Queen pubblicato quando avevo 23 anni (e che, erroneamente, pensavo mi avesse fatta diventare una nuova scoperta del mondo editoriale). Stop. Se essere fan di Freddie Mercury mi avesse davvero aiutata nel mondo del lavoro più della laurea, avrebbe avuto un che di paradossale, il che trattandosi di me non mi avrebbe affatto stupito.

Quando l’ho comunicato a mia mamma, lei ha sentenziato “Beh, che problema c’è? Scrivi un libro!”. L’ha detto così, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Intendiamoci, io amo scrivere e adoro i libri, ma trovare l’ispirazione non è cosa da poco. Poi per me il difficile è farsi venire un’idea seria, ho solo in mente romanzi surreali o saggi psico-filosofici, completamente inutili allo scopo. Cercate di capirmi però, mi ci vedreste a scrivere un tomo sul leit-motiv wagneriano o qualcosa dal titolo antisonante tipo “L’iconografia musicale nei dipinti trecenteschi dell’alta Baviera”?. Mhm.

Però, oggi mi sono concessa una passeggiata di un’ora nella neve per raggiungere un negozio di libri usati (il che, a mio avviso, in termini di dipendenza è l’equivalente letterario del fumatore che esce alle 3 di notte per comprare le sigarette) e ciò deve avermi giovato perché ho partorito non una, ma ben due idee che potrebbero avere un senso.

Che io diventi la Sophie Kinsella della saggistica musicale?

giovedì 26 gennaio 2012

Verdi, gatti e terremoti...

Dove eravamo rimasti?
Sono a Parma da due settimane, immersa in un programma “leggero e disimpegnato” che prevede:

-tutte e nove le sinfonie di Beethoven
-Aida



Dopo 15 giorni sono già in esaurimento, non tanto per il lavoro, ma per il cambio radicale di vita.
Intanto mi sembra di essere in una sorta di Erasmus tardivo, in quanto condivido l’appartamento con due ragazze ed un gatto (che ha eletto la mia camera a giaciglio prediletto).
E poi da buona genovese non sono abituata alla nebbia, alla neve e…ai terremoti. Ieri infatti ci siamo svegliate con una scossa tellurica piuttosto violenta, e prese dal panico ci siamo riversate in strada, la sottoscritta in pigiama con le pantofole di Betty Boop (roba che se fosse passato qualche collega non avrei più avuto il coraggio di farmi vedere in teatro).

Comunque, come sempre quando mi ritrovo lontana da casa mi riempio di buoni propositi, tipo:

-fare la dieta
-andare a correre
-crearmi una nuova immagine, più intellettuale ed introspettiva
-farmi venire un’idea geniale, scrivere un libro o qualcosa di similare che mi faccia diventare ricca e famosa (da quando ho letto che la Rowling ha iniziato a scrivere Harry Potter mentre attendeva un treno in ritardo, conoscendo bene le potenzialità delle nostre ferrovie in fatto di ritardi vivo nella perenne attesa dell’illuminazione divina).

Il tutto con scarsi risultati. Per ciò che riguarda la dieta, è inutile che io e la mia collega riempiamo frigo e pensili di prodotti dietetici, perché se continuiamo a mangiarne a tonnellate tanto vale che ci andiamo a fare una pizza. Sulla corsa posso solo dire che le scarpe e la tuta giacciono in camera, utili solo come passatempo per il gatto.
Sull’immagine nuova non saprei, certo girare in bicicletta e con un libro sotto il braccio fa molto intellettuale di sinistra, però se il libro in questione è “Le cronache di Narnia” mi sa che tutto crolla.

Mhm. Non ci siamo.

Non ho neanche avuto qualche idea geniale. Che noia.

Comunque in questi giorni sto analizzando la mia vita e dopo essermi trovata in teatro in coda davanti alla macchinetta del caffè con gente in mutande completamente dipinta di blu, ho dedotto che il mio non è un lavoro che i più definirebbero “normale” (e mi sono anche chiesta perché mai gli Etiopi dovrebbero essere blu, ma questa è un’altra storia…)
Detto ciò, che ne sarà di me? Che piega prenderà la mia vita se anziché dividere casa con l’uomo che ho sposato dormo con un gatto, guardo orribili fiction con le mie coinquiline e lavoro con uomini blu?

Ai posteri l’ardua sentenza.
Intanto domani avremo la prima di Aida, che per tirarsi su direi che la storia di una che si fa seppellire viva col suo amato mi pare l’ideale…