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domenica 11 dicembre 2011

Questa insana passione...

Tornata da altri due giorni in tour...schiena rotta dalle 15 ore di pullman, un po' di raffreddore, sonno arretrato a non finire...tanti, troppi, nomi nuovi da ricordare...un'amica ritrovata dopo tanto tempo e tante risate.
Credo che un pullman di musicisti sia l'unico in cui al posto dell'autoradio si ascolta un tizio che realmente suona la chitarra e canta...per di più intonato!

Comunque, il ritorno a casa ha sempre un non so che di magico e ci si chiede, ogni volta, chi ce lo faccia fare di faticare tanto per guadagni così miseri... Fra musicisti si discute spesso su quali ingaggi siano da accettare e quali proposte siano invece offensive della nostra professionalità...

Purtroppo infatti più si accettano proposte basse e meno probabilità ci sono che il lavoro da musicista venga adeguatamente riconosciuto...

C'è da dire, però, che il nostro è un mestiere particolare, non fatto soltanto di preventivi, lavoro, rimborsi spese ecc. Sul piatto della bilancia, infatti, ci sono anche le emozioni e quando queste entrano in gioco è difficile essere sempre razionali e fedeli ai propri ferrei principi di deontologia professionale.
Ogni tanto si ha anche voglia di fare qualcosa per il gusto di farla e basta, incuranti dei contro ed attratti dai pro. Ogni tanto si ha voglia di "regalarsi" uno svago, anche se ciò significa fatica=tanta e guadagno=poco e non pansare soltanto ad essere paladini della propria categoria, ma anche artisti che, talvolta, agiscono spinti dall'"ispirazione". Già, perchè questa parola così strettamente connessa all'arte oggi non viene mai menzionata se si parla di musicisti-strumentisti.
L'ispirazione, ossia ciò che per definizione dovrebbe essere il seme dell'arte, oggi non entra più in gioco se si considera la musica soltanto come un lavoro, tralasciando l'aspetto emotivo.
Gli anni spesi a studiare e a fare sacrifici per fare della propria passione un mestiere dovrebbero restituirci l'entusiasmo di vivere il nostro mestiere ancora con passione, a dispetto della routine e delle difficoltà.
Siamo fortunati a fare il nostro lavoro, siamo fortunati ad avere la possibilità di salire su un palco e trasmettere emozioni, provandole noi stessi.
E quando si torna a casa dopo 15 ore di pullman con ancora il sorriso sulle labbra e la forza di scrivere su un blog, credo che questo parli da sè.

giovedì 8 dicembre 2011

Genova Foligno no-stop!

Vediamo, circa 12 ore fa ero su un pullman all'altezza di Assisi, incastrata in uno scomodo sedile mentre un orrido film con Cameron Diaz mi impediva di dormire. Solo 8 ore fa inserivo la chiave nel portone di casa.
Ieri sono andata a suonare a Foligno. Per chi non sapesse dov'è Foligno, vi posso dire che è lontano, cioè, non proprio lontanissimo, ma piuttosto lontano, considerando che ho fatto tutto in giornata.
In coppia con la mia amica-collega F., siamo andate in macchina fino a Massa, per prendere il pullman che ci ha portato sul luogo del concerto: Francesco Renga "Orchestra e voce tour".
Ora di arrivo a Foligno: 18 circa.

Un piccolo soundcheck e poi ben due ore di buco prima dell'inizio del concerto, in cui gli orchestrali hanno avuto modo di familiarizzare, ubriacarsi per ingannare la noia, chiacchierare con Francesco, divorare famelicamente un piatto di pasta in piedi o, come la sottoscritta, seduti sul pavimento.

Durante il concerto ho ringraziato il cielo di suonare il violoncello, in quanto le violiniste hanno suonato in piedi su tacchi vertiginosi, una tortura degna delle peggiori punizioni medievali.

Bel concerto, compagnia simpatica, un bel programma.
Alle ore 24 circa siamo ripartiti per il viaggio della speranza del ritorno, un viaggio infinito...

Arrivo a Massa: ore 3,15
Arrivo a casa: ore 5

Alle 10 ero già sveglia...oggi è la giornata degli addobbi natalizi!
Credo che mi addormenterò fra i rami dell'albero...

E sabato si replica! Destinazione: Bormio.

lunedì 5 dicembre 2011

Ebbene sì...

E dopo un paio di mesi di latitanza...eccomi tornare fra le pagine del blog! Devo ammetterlo, la falsa speranza di pubblicazione di questo blog in un libro e poi la delusione mi avevano un pò scoraggiata...ma le mie tragicomiche avventure musicali mi hanno indotta a non demordere...

Dunque dunque, dovete sapere che la sottoscritta dall'ultima volta che ha postato ha rinunciato ad una bella opportunità di lavoro "non musicale", per continuare ad inseguire la propria passione, pur con tutti gli imprevisti e le incertezze del caso.
Qualcuno da lassù deve avermi preso a cuore, in quanto da quel momento sono iniziati a piovere ingaggi su ingaggi...il che sembrerebbe un fatto positivo, se non fosse che trattasi di lavori nei più svariati posti della penisola, di solito sottopagati e che, in ogni caso, a causa della crisi i pochi soldi guadagnati li vedrò fra chissà quanto...
Risultato: negli ultimi 2 mesi il mio conto in banca ha subito un tracollo senza precedenti! Ma che importanza può avere il vile denaro, quando ti ritrovi a fare una tournèe con Francesco Renga, un tour in Russia e svariati concerti in giro?

Comunque, presa coscienza del fatto che nel mio campo la pubblicità e le public relations sono tutto, ho fatto una cosa completamente contraria alla mia etica personale, qualcosa che mai avrei pensato di fare, qualcosa per la quale non sono riuscita a guardarmi allo specchio per giorni...mi sono iscritta a Facebook!
Nonostante i miei propositi anti omologazione, una sera, conscia del fatto che i miei colleghi tessevano reti di conoscenze alle mie spalle, mi sono seduta davanti al computer e mi sono buttata del calderone del social network, incredula ed incapace di crederci io stessa.
Nel giro di un quarto d'ora mi sono piovute addosso decine di richieste d'amicizia di gente sconosciuta, mentre i miei veri amici non facevano che scrivermi "Ma sei proprio tu?", "Ma hai ceduto a facebook?", "Non ci posso credere?" ed altre manifestazioni di stupore...
Ho giurato a me stessa che lo avrei usato solo per lavoro, per conoscere direttori d'orchestra ed affermati musicisti...invece mi ritrovo ore imbambolata a cercare notizie sui miei compagni dell'asilo, a sbirciare nei profili di gente che non vedo da secoli solo per sapere cosa fanno nella vita, a scambiarmi ricette con mamme vegetariane (e non ho nemmeno figli)... Contatti utili: 0. Ore perse: troppe. Kili messi su sperimentando le ricette: incalcolabili.
E che dire del tempo perso a cercare una foto decente per il profilo?

Decisamente non ci siamo.

Comunque, ora che ho un'agenda densa di impegni ed una mia identità cibernetica, mi sento pronta ad affrontare il nuovo anno e chissà...magari aprirò un gruppo sul Faccialibro dedicato proprio ai "Musicisti disperati" ed ai miei pochi, affezionati lettori.

Alla prossima!

giovedì 8 settembre 2011

"Cosa stai facendo in questo periodo?"

Da un po' di tempo ho notato che quando alla tv chiedono ad un cantante o ad un attore "Cosa stai facendo in questo periodo?", la risposta standard è "Mah, ho in corso un progetto, ma non ne parlo per scaramanzia..." bla bla...

E poi magari non li vedi più per anni, e ne deduci che o il "progetto" in corso era la progettazione del ponte sullo Stretto di Messina, oppure, cosa più probabile, non avevano alcun progetto...
Le risposte, spesso evasive, dei musicisti nascondono realtà differenti...più la persona sembra, a parole, impegnata e più probabilmente ha l'agenda semivuota.

Ecco dunque una rapida carrellata delle principali categorie di musicisti:

IL MUSICISTA DELLA DOMENICA

Ossia colui che in realtà fa tutt'altro lavoro e sfrutta il proprio diploma di Conservatorio, di solito preso senza troppe pretese, per dilettarsi in qualche marchettona in giro, tipo alla sera in picoli gruppi, o nei week end.
E', di solito, il re indiscusso dei concerti natalizi nelle chiese più sperdute e fredde e dei matrimoni, in quanto spesso sono le uniche occasioni che ha per rispolverare un po' lo strumento e cercare di ammortizzarne il costo.
Vive l'esperienza musicale con grande nonchalance, perchè avendo un'altra attività non fa di ogni singolo concerto una questione di vita o di morte e non viene preso dai rimorsi se ogni tanto dice di no (e non tornerebbe mai da una vacanza per un concerto, come la sottoscritta poche settimane fa).
Tutto sommato è quello che se la vive meglio.
Alla domanda "Cosa stai facendo in questo periodo?" risponde in merito al proprio lavoro. La musica rimane un argomento marginale.

IL MUSICISTA TALENTUOSO

Sono quei superdotati talenti che hanno imparato prima a suonare che a camminare. Spesso vengono spinti dalle famiglie a dedicare gli anni migliori della propria infanzia allo strumento e quando gli altri bambini iniziano a pensare a cosa fare da grandi, loro sono già praticamente a metà carriera. Il che può dare due esiti: o la persona in questione una volta cresciuta inizia a drogarsi, scappa di casa e non vuole mai più sentire neanche una nota, oppure vengono fuori dei geni incompresi che passano la propria vita a cercare un Maestro degno di loro. Per loro la musica è studio continuo, è quasi svilente considerarlo un lavoro. Fanno qualche audizione, ma quasi quasi sperano di non essere presi perchè ciò porterebbe via tempo allo studio.
Sono i re indiscussi delle accedemie, dei corsi di perfezionamento, delle masterclass.
Di marchette, matrimoni e concerti di poco conto non vogliono nemmeno sentir parlare. Non si sa esattamente di cosa vivano (forse sulle spalle di mamma e papà...)
Alla domanda "Cosa stai facendo in questo periodo?" rispondono "Studiando". A che scopo, alla fine, non si sa.

IL MUSICISTA VOLENTEROSO

E' colui che si è conquistato il diploma con un discreto voto e che cerca di fare della musica il proprio lavoro.
Ripone nel proprio strumento grandi speranze, e si aspetta che, prima o poi, tutti i sacrifici vengano ripagati da un ingaggio sensazionale. Vivono sempre all'erta, attaccati al telefono, nella speranza che la propria vita possa cambiare da un momento all'altro (per questo potrebbero anche rientrare nella sottocategoria "Il musicista illuso"). La loro vita è un alternarsi di alti e bassi, di ingaggi inaspettati e "le faremo sapere", e pertanto in costante rischio di una crisi di nervi. Spesso pensano di mollare tutto e fare un lavoro "normale", ma poi non ne hanno il coraggio perchè le (rare) soddisfazioni che ricavano dal lavoro musicale sono quelle che li salvano dalla monotonia del posto fisso. E poi amano sognare il grande evento e costruiscono con la mente castelli su fantomatici ingaggi che probabilmente non arriveranno mai. Sono dei sognatori.
Non disdegnano le marchette, ma facendo sempre notare che di solito si lavora in ben altri ambienti.
Alla domanda "Cosa stai facendo in questo periodo?" rispondono "Sono in giro a suonare", che è l'equivalente di "Ho dei progetti in corso". Spesso infatti significa che si arrabattano in giro per l'Italia, spendendo più di quanto guadagnino, per cercare di seminare in giro più contatti possibili, sperando di poter raccogliere, prima o poi, succulenti frutti.
Secondo voi io di che categoria faccio parte?

IL MUSICISTA REALIZZATO

Sono quei musicisti che, per talento o per fortuna, ce l'hanno fatta. O hanno un lavoro fisso, o hanno una rete di contatti tale che necessitano di un'agenda fomato A4 per segnare tutti gli impegni.
Ho un amico batterista che è talmente in alto che ogni volta che lo chiamo ho paura di sentirlo rispondere "Non mi disturbi affatto, ero a prendere un aperitivo con Elton" (John, ovviamente).
E nonostante ciò si lamentano, ciò che per noi comuni mortali sarebbe un sogno, per loro è routine. Perciò sono sempre insoddisfatti. A tirarli su contrubuisce tuttavia il loro lauto compenso, per il musicista medio impensabile.
Alla domanda "Cosa stai facendo in questo periodo" rispondono spesso "Niente di che". E poi li vedi alla tv tutti i giorni, in prima serata. Sono molto invidiati. Dalla sottoscritta innanzitutto.

IL MUSICISTA FRUSTRATO

L'ultima categoria è quella del musicista che ad un certo punto della propria vita ha deciso di "ripiegare" su qualcosa di musicale che non fosse suonare, ossia l'insegnamento. Naturalmente non parlo degli insegnanti di Conservatorio, ma di tutti quei musicisti sognatori che si ritrovano ad insegnare educazione musicale, o più fortunatamente uno strumento, nella scuola media.
Iniziano pensando di poter mandare avanti entrambe le cose, poi si ritrovano completamente immersi  in consigli di classe, POF, programmazioni annuali ecc e non hanno più tempo per suonare.
Talvolta si appassionano al lavoro, talvolta invece sfogano sui ragazzi la loro frustrazione e li vedono come gli artefici dei crollo delle properie velleità artistiche.
Suonano ancora qualche volta, ma sono per lo più marchette e, alla lunga, diventano "Musicisti della domenica".
Alla domanda "Cosa stai facendo in questo periodo?" non rispondono. Fingono di non aver sentito.

venerdì 2 settembre 2011

Live in San Siro

Ledies and gentlemen, domani sera suonerò a San Siro!
Se ci penso già mi immagino una folla urlante in delirio, i flash dei fotografi e tanti fans...
E già mi sento urlare "Buonasera San Siro!", salutando il pubblico col braccio alzato...

Poi torno in me, e penso che suonerò alla Chiesa di San Siro di S.Remo, che non proprio uguale al Meazza,
ma sempre San Siro è!
Voglio dire, se nel curriculum metto di aver suonato a San Siro nessuno potrà dire che non è vero...e poi non è che si debba sempre stare a sottilizzare, no?
Quasi quasi chiederò a mio marito di fare una ripresa, e poi intitolare il tutto "Live in San Siro". Doppio dvd, in uno il concerto (tra parentesi, lo Stabat Mater di Rossini...), nell'altro i contenuti speciali, ossia:

-i dietro le quinte, noi che ci vestiamo e trucchiamo al buio della sagrestia
-il making of, ossia le prove al Casinò di san Remo
-interviste varie

Certo, bisognerà condire un po' il tutto, ma si può fare...

Tra l'altro, in questi giorni sto dormendo nella stessa stanza di cui ho già parlato in un post precedente, ossia quella col russatore folle accanto...risultato: non dormo... Ieri sera sono finita all'una di notte a guardare su Youtube "Dawson's Creek", la sesta stagione, che mi ero persa ai tempi e che a detta di un'amica-collega è da vedere assolutamente...ma siccome il segnale ovviamente qui è molto basso, ho dovuto sondare tutta la stanza per trovare il punto giusto e provare tutte le posizioni possibili (del tipo che prende solo vicino alla finestra, inclinato di 30°, con la finestra aperta per due terzi, il mio sopracciglio sinistro leggermente corrucciato, la gamba destra piegata e la tavoletta del water alzata...).

Wow. E' in questi momenti che penso di ritirarmi dalle scene, in fondo se Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain e Jimi Hendrix a 27 anni si sono suicidati un motivo ci sarà... e io sono già in ritardo di 2 anni!
In realtà non l'ho fatto quend'era il momento perchè non sarei comunque entrata nella leggenda, anzi, non sarebbe proprio importato a nessuno, parenti esclusi...

Comunque, voglio chiudere questo post con qualche scatto festivaliero...in memoria dei vecchi tempi...

Modà, Emma e Morandi

Nathalie alle prove

Io e Tricarico

Luca e Paolo alle prove

Ritocchi al vestito di Belen durante la pubblicità

Luca Barbarossa e Raquel

Belen

Patty Pravo

Beppe Vessicchio

Gianni ripassa la scaletta

Ritocchi al trucco di Luca

Gianni si presenta agli orchestrali prima dell'inizio delle prove

Franco Battiato

Belen in prova

Bei tempi...





mercoledì 10 agosto 2011

Vacanze: mission impossible

Avete presente l'ebbrezza che si prova quando mancano pochi giorni alle tanto agognate vacanze?
Quando la casa è un viavai di zaini, primi abbozzi di bagaglio, Lonely Planet sparse sul tavolino del salotto e vi sembra di poter contare alla rovescia ogni secondo che vi separa dalla partenza?

Ecco, per una musicista questo delizioso minuetto di disordine ed euforia è condito da un ulteriore pensiero che attraversa la  mente ogni volta che lo sguardo incrocia il cellulare: "Ti prego, non suonare!".
Proprio così, se per il resto dell'anno il musicista vive nella speranza di ricevere la chiamata della vita, quando si tratta delle vacanze si spera sempre di non essere chiamati alla vigilia della partenza, o magari quando si è spaparanzati su una spiaggia, con la testa anni luce lontana dalle dinamiche lavorative.

E proprio mentre ero intenta a pensare al possibile itinerario per la nostra vacanza-massacro dal titolo TUTTA LA TOSCANA IN VESPA, il maledetto telefono squilla. E' un numero che non conosco. Mhm.
Rispondo:

"Pronto?"
"Prof.ssa Siragna?"
"Sì", con un filo di voce.

Per farla breve, si tratta di un giorno di lavoro per una cifra irrisoria, in una data che cade esattamente in mezzo alla vacanza. Con un'orchestra con cui non ho mai lavorato, quindi contatto nuovo=nuove possibilità per il futuro...bla bla... se dici di no non ti chiamano più...bla bla...
Dopo una rapida consultazione con il maritino, accetto...ACCETTO!
Il che significa che a metà della nostra peregrinazione fra Chianti e mare, torneremo indietro in treno, giusto in tempo per fare prova e concerto, e ripartiremo in treno la notte stessa!
Il tutto senza chiederci cosa ne faremo di:

Vespa
Sacchi a pelo
Stuoini
Tenda
Zaini

e il tutto costringendo i miei e portarmi direttamente lo strumento sul luogo del concerto, dove arriverò reduce da 5 giorni di campeggio, i capelli aggrovigliati dalla salsedine, i vestiti ormai logori e certamente disfatta dalla stanchezza.
Bene.
Quando si dice "Le vacanze servono per staccare un po'"...

Se mio marito non fosse un Santo, a quest'ora avremmo già divorziato...

Comunque, se c'è una cosa che ho imparato, è che non bisogna mai e poi mai andare in vacanza in posti che distino meno di 700 Km da casa o da possibili luoghi di lavoro, almeno non ci si fa tentare da folli propositi suicidi, come quello di inframmezzare la vacanza con il lavoro...

E per essere proprio sicuri, meglio mete in cui neanche la Ryanair sia ancora arrivata...
Buone vacanze (almeno voi!)

sabato 30 luglio 2011

Concertista-trasformista

Estate, tempo di mare, vacanze...ed immancabilmente tempo anche di concerti all'aperto.

Circa questi ultimi mi sono già ampiamente espressa in uno dei primi post di questo blog, al grido di "Si salvi chi può!". A ciò si aggiunge il fatto che talvolta i suddetti concerti rientrano nella categoria delle cosiddette "marchette", organizzate spesso in maniera piuttosto approssimativa e casalinga.

Ora, ieri sera ho preso parte ad un festival di musica leggera all'aperto. Appuntamento alle 16,15 sul posto per il sound-check. Il concerto avrà inizio alle 21... Quindi 5 ore per fare il sound-check??
Tralasciamo...
La mia amica-collega P. mi viene a prendere in categorico ritardo ed arriviamo sul posto alle 17, trafelate. Non un suono, non un accenno di sound-check.
Lo scenario presenta musicisti che vagano per il parco, alcuni, i più ottimisti, con lo strumento in mano nella speranza di iniziare il lavoro, altri, i veterani della manifestazione, prendono il sole, degustano gelati, chiacchierano del più e del meno.
Io, per fortuna, mi son portata da leggere "Un anno a impatto zero", che non sarà una lettura proprio da ombrellone, ma almeno approfitto dei momenti morti per cercare un modo per salvare il pianeta.
Tecnici vari sembra che si diano un gran da fare...ma del sound-check neanche un accenno.
Veniamo microfonati verso le sei e mezza. Sound-check verso le 19. Il malumore è palpabile, anche perchè fonti piuttosto attendibili diffondono la notizia che si debbano provare tutti i 23 pezzi in programma!
Forti della nostra esperienza, approfittiamo di uno dei mille momenti morti per cenare, e qui do il meglio di me.
Mentre i più si dirigono in massa verso l'unico chiosco presente per accaparrarsi gelati e tramezzini raffermi e plasticosi, io sfoggio una super-fashion borsina frigo bianca e viola (assolutamente in tinta con lo smalto), dalla quale estraggo la mia tortina di verdura fatta in casa. Silenzio generale, ho lasciato tutti basiti.
Anni di marchette mi avranno pure insegnato qualcosa.
Giusto il tempo della "cena" e verso le 20 veniamo chiamati sul palco per provare i pezzi!
Facciamo notare che il concerto è alle 21, ma nessuno sembra darci ascolto.

Quando alle 21 in punto dobbiamo ancora provare 3 canzoni, si diffonde il panico. La maggior parte dell'orchestra si deve ancora cambiare e truccare. A questo proposito vorrei smentire l'idea di quei favolosi camerini enormi, con grandi specchi con lucine tonde ai lati, dove i fans ti possono far recapitare giganteschi mazzi di rose. Il più delle volte ci si cambia tutti insieme in grande promiscuità, si è già fortunati se ci sono due camierini distinti per uomini e donne. Nel caso di ieri, basti dire che siamo state prese da smodato entusiasmo alla vista di un microscopico e fatiscente bagno all'interno di una pseudo-baracca che chiamano camerino...già eravamo rassegnate contenderci i bagni chimici col pubblico.
Nel caso di una quindicina di donne chiuse in circa 5 metri quadri con un solo bagno, lo scenario è tipico di un girone infernale. Un circolare continuo di fazzolettini di carta (ovviamente non c'era la carta igienica) e assorbenti (Dio benedica la mia Mooncup che mi ha salvato la serata), oltre alla fondata possibilità che qualcuno scambi la propria roba con la tua.
Io, prevedendo l'inferno, sono venuta già vestita da casa e quando, alle 21,20, abbiamo terminato la prova (proprio così!), dalla mia borsa sotto la sedia estraggo:

-Scarpe da sera
-Minuscola spazzola con specchietto incorporato
-Fiore da mettere nei capelli (utile anche per fermare le pagine in caso di vento, cosa che fa peraltro sempre una certa scena)
-Coprispalle antifreddo e antizanzare
-Trucchi

Proprio mentre sono intenta a darmi il rossetto, intravedo mia suocera nel pubblico che mi saluta, non capacitandomi che quella che si sta truccando in mezzo al palco sia proprio io!


Una volta assunto un aspetto più o meno antropomorfo, mi dirigo verso il camerino, giusto per una puntatina nello pseudo bagno...e sono pronta! Tutte mi chiedono come faccio ad essere già truccata. Stupore generale nell'apprendere la mia performance da estetista sul palco.

La serata inizia verso le 21,40. Ora di fine prevista: 1.

Sono già stanca.

mercoledì 13 luglio 2011

A volte ritornano: Take That a San Siro!

Dunque, dunque...
Stanotte sono tornata alle 3 e alle 8,30 ero già sveglia...impossibile dormire con ancora addosso l'adrenalina della serata appena trascorsa...
Prendetemi pure in giro senza pietà, ma io sono fra quelle che nel lontano '95 si sono disperate per l'abbandono dei Take That da parte del mio amato Robbie, per cui non potevo proprio esimermi dall'andare al concerto di ieri sera a Milano! Tutti e quanti i Take That uniti, dopo ben 16 anni! Per di più nel giorno del mio 29esimo compleanno!

A nulla sono servite le prese in giro degli amici e i commenti di mia mamma, della serie "Ma li hai apena visti a Sanremo da vicino, cosa te ne importa di andare al concerto..." ecc...
Niente da fare, io DOVEVO esserci! 


Se non che io quando faccio le cose, le faccio per benino, per cui sveglia alle 6,30 (per la gioia di mio marito) e partenza alla volta di Milano. Durante il viaggio evito di mettere musica dei Take o Robbie se non voglio essere scaraventata fuori dalla vettura seduta stante...
Arrivo a San Siro alle ore 9,15 circa... Bene, considerando che il concerto è alle 21, dobbiamo attendere soltanto 12 ore, sotto il sole cocente di Milano!
Giubilo di mio marito.


Ci mettiamo diligentemente in coda nella vana speranza che anche gli altri siano così cortesi da rispettare la fila. Ma dopo 3 ore e passa di attesa, in cui le ex thatters ragazzine si ritrovano a parlare di lavoro, figli, famiglia, e fanno discorsi del tipo "Ormai siamo tutte trentenni, mature e adulte, non faremo certo scenate",     " La correttezza prima di tutto", "Voi che siete arrivate prima è giusto che stiate avanti" ecc., all'apertura dei cancelli tutte si trasformano in iene, pronte a qualsiasi cosa pur di arrivare prime! Così col sottofondo di "Brutta tr..a" "Ma vaff..." "Io sono arrivata prima", "Io sono qui da stamattina" "Io da ieri sera" "Io da prima che si riunissero"... ecc, cerchiamo di incolonnarci verso le transenne, mettendo a serio repentaglio la nostra cassa toracica!
Mio marito nel frattempo litiga con tutti, dalla security ai fidanzati delle fans...
Non so esattamente come, ma alla fine riusciamo ad entrare dopo circa 2 ore e mezza di attesa in piedi e a sederci in seconda fila al lato della passerella!
Bene. Ora mancano solo 5 ore di attesa, che sarà mai?!
 Eccoci quando ancora abbiamo un aspetto quasi umano...



Il tempo passa, il caldo è soffocante ed ormai riportiamo ustioni multiple, cerchiamo di socializzare con le ragazze vicino,  che fortunatamente sembrano tranquille, anche per distrarsi dalla sete dovuta alla scarsa assunzione di liquidi (impossibile allontanarsi per la pipì!).
Le previsioni davano pioggia, ma niente da fare, neanche la natura viene in nostro soccorso...

Verso le sette e mezza salgono sul palco i Pet Shop Boys, ma le mie forze sono quasi esaurite, devo conservarne per il concerto...
E finalmente alle 21 in punto eccoli! Inizialmente senza Robbie, che arriva sul palco con un'entrata spettacolare, scatenando il delirio generale! (Scusate la scarsa qualità video, ma son fatti con la macchina fotografica...)


La mezz'ora che segue con Robbie solo sul palco vale da sola tutte le ore di attesa, lui è un grandissimo show man, nonchè, come ha detto la mia vicina, un "gran pezzo di f..."

In Feel, la mia preferita, passa sopra la folla toccando mani e salutando ammiccante tutte,  mentre con Angels fa davvero commuovere!





Ovviamente all'ingresso di Robbie ecco arrivare la pioggia! Proprio quando non serve...
Per il resto il concerto scivola via bene, loro sono bravissimi, anche se Robbie, lasciatemelo dire, tiene il palco in maniera davvero spettacolare...
Inutile dire che le quasi due ore e mezza di concerto sono sembrate volare, rispetto a tutta la giornata di attesa! Sigh...

Ultimo momento di emozione, quando Gary, Robbie e Mark passano proprio davanti a noi a salutarci...


 



Alla fine ci sentiamo esausti, il ritorno a casa sembra il paradiso...
Dopo tutto, ormai, ho 29 anni...

martedì 5 luglio 2011

E saggio fu...

Per chi non ci credeva...Alla fine ho fatto il saggio!
Ok, ammetto che ero tesissima e molto emozionata, ma ho piacevolmente scoperto che la batteria mette a proprio agio molto più del violoncello, se non altro perchè ti copre completamente!

Comunque...ecco la prova! No comment sul fatto che questa ripresa sia veramente impietosa!
Ho veramente un profilo tremendo, fra nasone e cicce varie...ma vabbè, è la musica che conta...


Freddie...perdonami!!!

giovedì 9 giugno 2011

Sarà saggio fare...il saggio?

Quando mi è stato proposto di fare "il saggio", pensavo che mi volessero vestita da Gandalf, il saggio mago de Il Signore degli Anelli... Cosa che mi sembrò piuttosto strana, non essendo periodo carnevalesco...
Invece no. Intendevano il saggio di batteria! Ebbene sì, la mia insegnante mi ha proposto per i saggi finali, insieme ai miei compagni di corso...e come potevo rifiutare la mia unica occasione di esibirmi come batterista??

Inoltre mi ha garantito che non sarò la più vecchia, quindi la mia principale preoccupazione di sembrare una nonna rispetto agli altri è stata fugata...
Quale pezzo quindi?
Essendo il mio primo saggio ha optato per qualcosa di semplice... "Bohemian Rhapsody" dei Queen!

La mia faccia è stata questa:


Poi, una volta decifrata la parte, mi sono messa al lavoro...
Da sopra la spalla sentivo Freddie dirmi "Dopo un libro, una serie di cover per archi, una tesi di laurea ed un tatuaggio, almeno questa me la potevi risparmiare!". Ma vabbè...
Comunque, l'inizio e la parte centrale del brano alla fine sono risulatati abbastanza fattibili, il delirio comincia con l'ultima parte "rock", il ritmo terzinato... Ogni arto del mio corpo è come se stesse suonando qualcosa di completamente diverso (cosa peraltro molto probabile).

Comunque, sono appena tornata dalla lezione e l'insegnante dice di essere molto contenta!
E ha detto la tipica frase "porta-sfiga" : "Se venisse così sarei contenta". (Da insegnate so che ogni volta che si dice così, è garantito che il risultato sarà una tragedia).

Già mi immagino tesa, con le gambe tremanti e le bacchette che volano ovunque...
Boh, vi terrò aggiornati...

mercoledì 8 giugno 2011

Referendum in musica!

Non volevo fare propaganda politica, ma mi sono imbattuta in questo filmato pro-referendum e l'ho trovato un modo geniale di divulgare l'idea...

Come sempre la musica è il modo migliore per farsi capire...

(C'è pure riferimento alla mitica coppetta ;-))

School is over!

School is over... cantava qualcuno...

Ed in effetti con i saggi delle mie alunne di ieri si è conclusa per me l'esperienza scolastica di quest'anno.
Esperienza doppia, elementari-medie.

Per una musicista l'esperienza didattica può essere fonte di grandi soddisfazioni, ma anche una tortura senza pari... Un conto è saper suonare uno strumento ed un conto è saperlo insegnare a ragazzi che il più delle volte vengono costretti a studiare musica dai genitori (e che non fanno minimamente mistero del proprio disinteresse a riguardo...)

La prima volta che misi piede in una scuola fu molti anni fa (penso circa 7), per un progetto legato al Conservatorio. Avrei dovuto tenere una lezione su Mozart a ben 3 classi di una scuola-trincea di un quartiere abbastanza problematico di Genova.
Figli di delinquenti, spacciatori ed altri ameni personaggi, avrebbero dovuto essere affascinati e rapiti da una mia ben preparata dissertazione sulla modernità della musica di Mozart, con accenni all'utilizzo delle sue composizioni per pubblicità, film e persino (che trovata!) per le suonerie dei cellulari.
Venni derisa. Le insegnanti chiamarono il Preside. Derisero pure lui.

A questo punto una delle professoresse attaccò il classico discorso patetico del tipo "Non capite che fortuna sia avere la possibilità di assistere ad una lezione così bella, un domani ci ripenserete e vi dispiacerà di aver sprecato quest'occasione", a cui rispose un alunno dalle retrovie "Cosa vuole prof, è un mondo difficile!". Per poi concludere "Oh raga, stasera tutti da me a sentire Mozart!".
Beh, almeno aveva capito di chi stessi parlando.

Uscii in lacrime giurando a me stessa che non avrei più messo piede in una classe.

Ed invece sono diversi anni che, in maniera più o meno discontinua, lavoro a scuola ed ho avuto modo di constatare che anche i ragazzi dei quartieri "bene" non sono altro che ragazzi delle scuole-trincea, solo vestiti un po' meglio e un po' meno sfacciati (ma neanche tanto meno). La svogliatezza è la stessa, il disinteresse è palpabile.

C'è poi molta differenza fra l'insegnare educazione musicale o il violoncello. Il rapporto 1-1 permette certamente una migliore gestione delle situazioni, mentre l'intera classe può causare crisi di panico non da poco!

Nell'insegnare strumento c'è poi una sorta di identificazione e l'insegnante, persino il più crudele, non può fare a meno di ripensare ai propri esordi, alle difficoltà riscontrate, pur non resistendo alla tentazione di "vendicarsi" dei propri traumi torturando gli alunni con dolorosissimi esercizi per la postura, noiosissimi studi e via dicendo...
I ragazzi, d'altro canto, non studiano, non studiano, non studiano...
E alla domanda tipica "Ma non hai paura di fare una figuraccia al saggio?" non si fanno problemi a rispondere "No, noi non abbiamo nè dignità nè orgoglio!". Bene.

Le lezioni somigliano in modo preoccupante a questa mitica scena di Woody Allen:




Non solo, ma deliziano l'insegnante con affermazioni sconcertanti che danno origine a dialoghi al limite del surreale:

"Che nota è quella?"
Risposta: "Quella."

"Non è lungo da imparare, son solo 3 righe!"
Risposta: "Ma le note sono scritte piccole!"

"Perchè continui a fare fa # anzichè naturale?"
Risposta: "Perchè nei pezzi dell'anno scorso c'era sempre fa #!"

nonchè assiomi disarmanti del tipo:

"Ero convinta di aver messo le dita...invece no!"

"Devo fare poco sol?" (per dire un sol di un ottavo)

Ma le gioie più grandi le danno sempre i bimbi delle elementari.
Nell'ultima lezione di quest'anno ho chiesto di disegnare 4 strumenti, con relativo nome accanto, fra quelli che più sono piaciuti.
Una bimba di I scrive:

BENGIO
CHITARA
FRAUTO
CLARIMENTO

mentre un'altra dichiara seccamente: "Non me n'è piaciuto nessuno."

Sono soddisfazioni...

lunedì 16 maggio 2011

Wii Music: si salvi chi può!


Qualche sera fa a casa di un'amica musicista ho scoperto l'esistenza di qualcosa di inquietante...per una musicista, si intende...

Nintendo Wii. Ovvero come suonare senza strumenti. Ovvero come eliminare le già scarse probabilità che a qualcuno venga in mente di suonare uno strumento con lo studio vero, su uno strumento vero.

Ovvero: autismo musicale.

In pratica si finge di suonare utilizzando uno o più telecomandi che sostituiscono un vero strumento in tutto e per tutto.
Vi prego, ditemi che non è vero.

Invece sì. Quindi come resistere alla tentazione di provare?
E dunque eccoci lì, 5 stimate professoresse d'orchestra pluridiplomate che agitano nell'aria telecomandi, impersonate sullo schermo da odiosi coniglietti sdentati!



Forte dei miei progressi con la batteria, mi sono cimentata anch'io. Inutile dire che sono stata quella col punteggio più basso. Forse il mio malcelato scetticismo ha remato contro...
Il vero problema è che non posso fare a meno di vedermi dal di fuori e sentirmi incredibilmente ridicola. Ma come non darmi ragione vedendo immagini come queste??


Ma io dico, passi per la batteria o per la direzione di un'orchestra, ma per suonare un flauto non è meglio comprarselo vero e imparare, invece di sembrare una pazza cerebrolesa??
E questo è nulla! C'è anche la possibilità di cantare virtualmente! Con i movimenti del telecomando si dà voce al coniglietto... Ma non basterebbe aprire la bocca e, santocielo, CANTARE?? Roba che al confronto il karaoke sembra un'altissima espressione artistica...

E per suonare un microscopico tamburello c'è forse bisogno di perdere la dignità come questa attempata signora?


Per quello che riguarda il violoncello, vi rimando a questo agghiacciante link...




Che questa sia una soluzione per i tagli alla cultura ed in particolare alla musica? In effetti, a che scopo studiare tanti anni ed affannarsi per cercare di imparare a suonare? Fra non molto le orchestre potrebbero essere costituite da autistici musicisti che maneggiano telecomandi o finti strumentini come questi...


Però vi avverto che se un domani la mia famiglia somigliasse anche lontanamente a questa invocherò l'eutanasia di gruppo...


Vi prego, si salvi chi può!

mercoledì 11 maggio 2011

Ragazza copertina!


In questi giorni ben 2 persone mi hanno detto "Sei in copertina!".
Ho subito pensato che, reduce dai miei successi sanremesi, qualche paparazzo mi avesse seguita e fotografata con mio marito mentre facciamo la spesa e già mi vedevo con qualche didascalia del tipo:

Paola Siragna, 28 anni, col marito Simone, 30, mentre fanno la spesa. "Fuori dai riflettori faccio una vita normale" dice lei "L'importante è rimanere se stessi".

Invece la rivista in questione è quella degli iscritti alla SIAE (la leggeranno sì e no 10 persone). Si vede Roberto Benigni a cavallo ed io spunto sullo sfondo, con la mia pettinatura modello Beethoven (ricordate?), e sembro 120 kili!

Vabbè... Quasi quasi preferivo apparire su Cioè o Top Girl...

Come gli elefanti nella Cinquecento...


Ieri sera sono tornata alle 2,30 da un concerto al Lingotto di Torino.
Sono stati giorni movimentati scanditi da improbabili viaggi della speranza.
Come sempre la divisione delle macchine ci ha dato la possibilità di dare sfoggio alle nostre doti di giocatrici di TETRIS (come faremmo se non fossimo nate negli anni '80??).

Viaggio 1: Genova-Tortona

Composizione macchina:

3 persone (di cui una incinta all'ottavo mese, che giuro non sono io)
2 violoncelli
1 viola

Viaggio 2: Tortona-Ivrea

Composizione macchina:

4 persone (di cui nessuna incinta)
1 contrabbasso
1 violoncello
2 viole
3 trolley
vari abiti da concerto
1 sgabello per contrabbasso

Viaggio 3/4: Ivrea-Torino / Torino-Genova

Composizione macchina:

3 persone
1 contrabbasso
1 violoncello
1 viola
3 trolley
abiti da concerto
sacchetti risultanti dallo shopping sfrenato nel quale ci scanteniamo per ammazzare la noia nei momenti morti (e col quale spendiamo più della metà del cachet!)

In pratica la scena mi ha ricordato molto questa dei Simpson:



Ora, considerando che le persone che compongono le macchine nei vari viaggi sono sempre diverse perchè: una arriva col fidanzato e torna con le amiche, una arriva con le amiche e torna coi genitori, una arriva da non si sa dove per i fatti propri poi fa metà viaggio con le amiche poi scappa con l'amante...i conti per la divisione delle spese richiedono come minimo un master in economia aziendale!
Col risultato che le ultime che fanno il viaggio pagano per tutti...
(e indovinate chi si ritrova sempre fra le ultime?).

Comunque, i viaggi fra donne danno sempre delle grandi gioie. Sono convinta che gli uomini da soli non si divertano quanto le donne...
Anche se, a dire il vero, si sente che gli anni stanno passando... Un tempo si strascorrevano le lunghe ore in macchina parlando solo di ragazzi, ora siamo passate ad estenuanti conversazioni sull'arredamento della casa, stoviglie, ricette, talvolta figli...fino ad arrivare a conversazioni estreme, come la ma amica R. che l'altro giorno in una sferzante botta di ottimismo è arrivata a chiederci se noi preferiremmo essere cremate o mangiate dai vermi...che va bene che gli anni passano, ma non esageriamo...

venerdì 15 aprile 2011

"Restiamo umani"


Questo è un post che non c'entra nulla col mio blog, ma ci tenevo ugualmente...
Ieri sera mi trovavo con Simone nella sede dell'Associazione in cui facciamo volontariato, "Music for Peace" ed ho tristemente appreso del rapimento di Vittorio Arrigoni, volontario militante pacifista per la causa palestinese. Vittorio aveva collaborato con la nostra associazione in occasione di una nostra missione a Gaza.
Stamattina è arrivata la notizia della sua uccisione e sono rimasta sgomenta...

E' tremendamente ingiusto che a fare le spese siano troppo spesso gli operatori di pace...

Un abbraccio alla famiglia ed agli amici di Vittorio.

E, per citare il suo pensiero, "Restiamo umani"...nonostante tutto...

mercoledì 13 aprile 2011

Hotel: dalle stelle alle stalle...

"Ma chi ce lo fa fare?"

Me l'ha chiesto la mia amica-collega R., rannicchiata accanto a me in un lettone matrimoniale fatiscente, all'una di notte circa, mentre ascoltavamo il marito della proprietaria della pensione in cui alloggiavamo russare ed emettere versi suini dalla stanza accanto...Impossibile dormire...

Spesso quando si va a lavorare fuori dalla propria città, le spese di alloggio sono a carico degli sventurati musicisti, costretti pertanto a cercare luoghi economici di ogni tipo per non sforare con le spese.
Di solito se si viaggia con amici e colleghi si divide la stanza in 2, 3, 4 e talvolta anche 5 persone per spendere meno... Cosa che si rivela drammatica quando la stanza è divisa fra ragazze, costrette (e questo è il vero dramma) a condividere un solo bagno.
Così mentre una si fa la doccia, l'altra si lava i denti e la terza espleta i propri bisogni fisiologici, il tutto con una disinvoltura che farebbe impallidire anche i maschi meno pudici.
C'è poi il fattore "bagagli". Avete una vaga idea di quanta roba si portino dietro le donne in trasferta, anche per un solo week end??
Provate ad immaginare la valigia per una settimana o addirittura, come nel caso del Festival di Sanremo, per un mese! Ho conosciuto una ragazza che per un mese fuori casa aveva una valigia (e non piccola) soltanto per le scarpe!
Le stanze diventano pertanto gironi infernali di decolletè, stivali, creme idratanti, phon, vestiti di lustrini, piastre per capelli e cosmetici vari...
La promiscuità a cui ci si abitua non ha limite. Con varie colleghe ci è capitato di alloggiare in un ostello in cui, a causa di un evidente problema fognario, era possibile monitorare la frequenza delle funzioni intestinali delle vicine di stanza, grazie ad inquietanti affioramenti nel nostro water!
Ma basta riderci su...
Come quella volta che il gestore di una pensione mi accolse in mutande...Inutile dire che dormii lì una sola notte, dietro alla sentenza di mio marito "Piuttosto che farti tornare in quel posto paghiamo un hotel a 5 stelle!". Ovviamente ciò non avvenne ed io feci la pendolare per diversi giorni...

E pensare che la gente talvolta si immagina i musicisti accolti in grandi hotel di lusso, con cocktail di benvenuto e schiere di camerieri pronti a portarti la valigia in camera e ad esserti di aiuto in qualsiasi occasione...
L'unica volta che ciò avvenne fu qualche anno fa a Torino, in occasione di un concerto con un quartetto in cui io ero l'unica donna (privilegio più unico che raro)... Fui alloggiata in un hotel diverso dai miei colleghi, per mancanza di posti.
Era un hotel a 4 stelle, con una bella facciata liberty, avvolto dalle piante e con un'aria di grande pace e tranquillità. Ovviamente sauna,piscina ed una sala colazione da urlo...
Quando il taxi si fermò lì, pensai che avesse sbagliato indirizzo!

mercoledì 6 aprile 2011

Sanremo...un mese dopo...

E' davvero da tanto che non scrivo...
E' inutile che vi dica chi ha vinto il Festival ormai, posso però raccontarvi quanto mi è successo dopo...
Intanto per rilassarmi un po' me ne sono andata qualche giorno sulla neve col mio maritino, con l'intento di volteggiare un po' sulla mia bella tavola da snowboard...e son finita a volteggiare sulla motoslitta del soccorso alpino che mi ha portato dritta all'ospedale, dopo un bel viaggetto in ambulanza in cui il milite mi chiedeva "che lavoro fai?ah,ma dai suoni?, ah, ma dai, hai suonato a Sanremo??ma com'è il Festival dal vicino??" e bla bla, tra cui l'immancabile "sai io il Festival non lo guardo mai!" (cosa che viene sottilineata da chiunque mi chieda del Festival, quasi che guardarlo fosse una vergogna...e poi se ha fatto tutto quello share qualcuno l'avrà pur guardato!? O no?).
Comunque, una volta appurato di non avere niente di rotto, ho ripreso la mia vita musicale ed è lì che mi son resa conto che aver salvato le mani dalla caduta con i parapolsi è inutile se hai preso una bella sederata, perchè se suoni il violoncello seduta ci devi stare per forza! Ma tralasciamo...

Sono tornata 3 volte a Sanremo... Quando ci si torna dopo l'esperienza Festival, un po' di malinconia è inevitabile, si rivivono luoghi e canzoni e la città sembra all'improvviso un po' più triste, solo riparlarne coi colleghi ti fa tornare alla mente ai quei giorni...e quindi sms ai colleghi lontani con "Un saluto da Sanremo", della serie "sono qui e ti penso"...un po' patetici, se vogliamo...

E poi inizia l'attesa, quella della chiamata della tua vita, sperando che l'aver distribuito curricula a tappeto come se si facesse volantinaggio per la pubblicità di una tavola calda possa essere servito a qualcosa...e ogni anno la chiamata non arriva, ma chissà...
E' questo il fatto, quando fai il musicista freelance devi vivere attaccato al telefono...E proprio oggi che l'ho dimenticato a casa sicuramente perderò l'occasione della vita...

venerdì 18 febbraio 2011

Diario Sanremese: quarta parte!


La mia vita sta assumendo tratti surreali...
Siamo al quarto giorno di Festival e nel giro degli ultimi 2 giorni mi hanno fatto 3 interviste!
Il risveglio dopo la prima serata è stato traumatico.
Ore 10 del mattino: squilla il telefono, che mi distoglie bruscamente dalle braccia di Morfeo (che, per la cronaca, non è mio marito nè il mio amante!). E' il nostro responsabile dell'orchestra:

"Paola, sei sveglia?"

Uno sguardo rapido allo specchio, che mi mostra una faccia che solo vagamente somiglia alla mia, dato il fatto che sono andata a dormire alle 4...

"Mhmm...sì, certo..."
"Bene, perchè dovresti venire in teatro a fare un'intervista per Rai3"
"Che bellezza...quando?"
"Fra dieci minuti"
"..."

Bene, considerando che sono in piagiama e che mi è pure venuto un occhio tutto rosso, senza pensare alle occhiaie... direi che giornata inizia nel migliore dei modi...
Ma dico, non mi hanno mai considerata, nemmeno una piccola inquadratura mentre eseguo il mio assolo del pezzo di Vecchioni, e proprio quando somiglio ad uno zoombie mi devono intervistare??
Mi butto un po' di trucco sulla faccia, infilo le lenti a contatto sugli occhi rossi e brucianti ed esco... Intervista ok, fatta!

Torno in hotel, mi strucco, doccia e un po' di relax...e scendo a pranzo...
Quando inizio a rilassarmi mi dicono che vogliono fare un'altra intervista, ma questa volta in diretta...evviva...
Mi ributto trucco a manciate in faccia ed esco di nuovo, col pranzo sullo stomaco...
La diretta fa sempre un certo effetto, ma sopravvivo...

La frenesia festivaliera aumenta di giorno in giorno...
Ieri altra intervista per Repubblica...almeno per il giornale posso evitare di truccarmi e mandare una bella foto di me che mi fa apparire raggiante accanto al mio violoncello.

A parte tutto, l'emozione di vedere Benigni ieri sera è stata immensa...
e ancora di più pensare che oggi arrivano i Take That!!!!
Ahhhhhhhhhhhh!
E' una vita che li sogno, soprattutto Robbie Williams...e stasera potrei morire in mondovisione nel vederli dal vivo così vicini!

Oddio, mi sento male...

Per chi si chiedesse invece la sorte toccata al miei capelli, posso dire che le mie acconciature sono state:

Prima serata: lisci con piastra
Seconda serata: Modello Gigliola Cinquetti
Terza serata: Modello Beethoven

Chissà stasera...temo!

sabato 5 febbraio 2011

Diario Sanremese: terza parte!

Siamo al giro di boa.
Restano ancora due settimane e poi si tornerà alla normalità.
La mia faccia assomiglia sempre di più a quella della foto del pass, il che non è un bene. Tra l'altro sono l'unica orchestrale a cui hanno rifatto la foto anzichè usare la stessa degli anni passati... Non che quella fosse uno splendore, ma almeno avrei avuto la scusa del tipo "Beh sì, ma son passati due anni...".

Comunque, in questi giorni notavo il look delle cantanti. E' ingiusto come a loro siano concesse cose che su una donna normale sembrerebbero inaccettabili.
Ad esempio, non c'è niente di peggio che indossare calzini di cotone con scarpe decolletè con tacco a spillo. Ma se a farlo è una cantante, allora è segno di stile.

Fra l'altro credo che ci sia un'incredibile escursione termica fra la buca dell'orchestra ed il palco, perchè le cantanti arrivano pressochè nude, senza calze e con minigonne inguinali... Roba che se lo facessimo noi come minimo dovremmo andare avanti ad Imodium per una settimana... Boh...

Personalmente comunque me la passo bene, ieri abbiamo provato con Luca Barbarossa e Franco Battiato...Due momenti, per me, molto molto emozionanti...
E' stato un pomeriggio, come dire...poetico.
Un po' meno poetica è stata invece la mitica cena a Bordighera, da Vincenzino detto "l'unto" (meglio non indagare sul perchè). Una pizza pazzesca che mi avevano presentato come impossibile da mangiare intera... Tzè, non sanno con chi hanno a che fare! Sono stata l'unica su una tavolata di 15 persone a finirla, con tanto di olio al peperoncino aggiunto sopra e due birre! Dilettanti.

Credo che la digerirò fra circa 20 giorni...

lunedì 31 gennaio 2011

Diario Sanremese: seconda parte!


Sono sveglia da circa 10 minuti, fra poco scenderò a fare colazione...
E' uno dei pochi momenti in cui sono sola. Sono a Sanremo da tre giorni e mi sembra di essere qui da una vita, di condividere le mie giornate coi colleghi da una vita...
Ma il bello del Festival è anche questo...

Ieri un amico mi ha citato una frase che mi ha colpito "Non potendo aggiungere giorni alla vita, diamo vita ai giorni...". Beh, io quando sono qui mi sento viva.
Si intende, magari non ieri dopo aver provato circa 8 volte "'O surdato 'nnammurato" con Vecchioni, ma in generale sì.
Così abbiamo deciso con le amiche di concederci una seratina sanremese per festeggiare il nostro ennesimo festival insieme... Se non che i pub che noi frequantavamo l'anno scorso hanno chiuso tutti, o per droga o per motivi affini (il che spiega il perchè della nostra immotivata ilarità ogni volta che uscivamo da lì...). Così abbiamo vagato da Piazza Colombo all'Ariston senza una qualche meta precisa, cosa che ci ha messo una depressione incredibile.

Bisogna studiare qualcosa da fare la sera...prima che le nostre serate vengano fagocitate dalle prove...

Per ciò che riguarda il resto, il mio taglio di capelli sta notevolmente peggiornado di giorno in giorno, vi terrò aggiornati sugli sviluppi...mi chiedo cosa mai mi potranno fare i parrucchieri Rai per le serate (intanto ci hanno preso la misura della testa, e ciò non premette nulla di buono...).
In compenso la mia compagna di stanza va in palestra tutte le mattine, cosa che mi fa sentire molto in colpa, ma vabbè...

Oggi proveremo con Anna Oxa e Vecchioni di nuovo (se rifacciamo 'O surdato 'nnammurato potrei piantarmi l'arco nella giugulare...) più altri che non ricordo...

Ora vado a colazione, prima che Morandi si mangi tutto!

Alla prossima!

Voglio però lasciravi col testo di una canzone che abbiamo provato ieri con Nathalie...premetto che a me Battisti non piace un gran che, ma questa è una delle canzoni più belle di sempre...che oggi non si scrivono più...

In un mondo che
non ci vuole più
il mio canto libero sei tu
E l'immensità
si apre intorno a noi
al di là del limite degli occhi tuoi
Nasce il sentimento
nasce in mezzo al pianto
e s'innalza altissimo e va
e vola sulle accuse della gente
a tutti i suoi retaggi indifferente
sorretto da un anelito d'amore
di vero amore
In un mondo che - Pietre un giorno case
prigioniero è - ricoperte dalle rose selvatiche
respiriamo liberi io e te - rivivono ci chiamano
E la verità - Boschi abbandonati
si offre nuda a noi e - perciò sopravvissuti vergini
e limpida è l'immagine - si aprono
ormai - ci abbracciano
Nuove sensazioni
giovani emozioni
si esprimono purissime
in noi
La veste dei fantasmi del passato
cadendo lascia il quadro immacolato
e s'alza un vento tiepido d'amore
di vero amore
E riscopro te
dolce compagna che
non sai domandare ma sai
che ovunque andrai
al fianco tuo mi avrai
se tu lo vuoi
Pietre un giorno case
ricoperte dalle rose selvatiche
rivivono
ci chiamano
Boschi abbandonati
e perciò sopravvissuti vergini
si aprono
ci abbracciano
In un mondo che
prigioniero è
respiriamo liberi
io e te
E la verità
si offre nuda a noi
e limpida è l'immagine
ormai
Nuove sensazioni
giovani emozioni
si esprimono purissime
in noi
La veste dei fantasmi del passato
cadendo lascia il quadro immacolato
e s'alza un vento tiepido d'amore
di vero amore
e riscopro te.

giovedì 27 gennaio 2011

Diario Sanremese: prima parte!



Dunque dunque. Facciamo mente locale.
Sono tornata ieri sera da Roma, dalla prima parte di prove Sanremesi.
Ho ritrovato vecchi amici e vecchi luoghi e ne ho conosciuti di nuovi (amici e luoghi).
Ogni volta che vengo via da Roma mi chiedo se l'anno dopo ci tornerò, se sarò ancora fra i prescelti o se chiameranno ragazze più giovani, o più carine...chissà...
Quello che è certo è che io non riesco a godermi niente. Più sono felice di una situazione e più temo che tutto finisca...

Comunque, quando si torna da Roma ci si sente depositari di uno dei segreti di Fatima: conosciamo le canzoni. Le abbiamo sentite, le abbiamo suonate, le abbiamo già commentate fra noi. E come sempre la prima impressione si rivela essere spesso sbagliata. In questi due giorni di relax vorrei mettermi sul divano a sentire tutte quelle orride trasmissioni pomeridiane in cui fanno pronostici sulle canzoni ed ognuno rivela anticipazioni assolutamente inventate.
Invece mi sono farcita questi due giorni di impegni, lezioni, prove...giusto per recuperare il tempo perduto e non rischiare di rilassarmi 48 ore. Non sia mai.

Fare parte dell'orchestra del Festival ti dà un senso di potere e celebrità, cosa inevitabile, specie se l'anno prima sei stato trasmesso in mondovisione mentre lanciavi spartiti in diretta dal Teatro Ariston di Sanremo.
Beh, intendiamoci, non è che sia stato un gran bel gesto, ma è divertente vedere come ad un anno di distanza la gente in tv ancora ne parli, chiedendosi se fosse preparata o no...

Comunque, aspetti positivi di questi 10 giorni:

-Gli amici
-La dieta (abbastanza rispettata)
-Luca Barbarossa che arriva alle prove su una Vespa rossa (ognuno ha le proprie debolezze)
-La possibilità di prendere lezioni di batteria nelle pause
-Le mille chiacchiere sui massimi sistemi fra una canzone e l'altra
-I tempi morti in cui leggere 2 libri di Nick Hornby e meditare sulla vita
-Roma, in generale, sempre splendida

Aspetti negativi:

-Il tasso alcolico (il mio fegato ancora implora pietà per il Festival dell'anno scorso...)
-Un brufolo sul mento, colpa del muffin al cioccolato dell'aeroporto
-La distanza dal marito
-Lo shopping, quest'anno poco fruttifero
-Il taglio di capelli di Jean Luis David, che avrebbe dovuto essere all'ultima moda e super sexy, mentre dopo il primo lavaggio sembravo Hillary Clinton appena sveglia al mattino... (Scrivere sulla lavagnetta: se un parrucchiere ti dice "Basta che li asciughi a testa in giù e vegono così come li ho fatti io", NON GLI CREDERE!)

Ancora non abbiamo visto i vestiti, ma ci hanno preso le misure e io mi sarei legata una corda intorno al collo...specie quando mi hanno chiesto la taglia e, quando ho detto 44, si sono guardati sospettosi per poi dire "Sssi, vabbè...poi vediamo...".
Che avranno voluto dire??